Al Pascale di Napoli aprirà il primo centro di protonterapia del Sud Italia

Il progetto impegnerà circa 36 mesi per la sua realizzazione

Ospedale Pascale di Napoli
Sarà Napoli con il Pascale il primo centro di protonterapia ad aprire sul territorio nazionale nel centro sud, laddove i confini del centro sud si fermano addirittura a...

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Sarà Napoli con il Pascale il primo centro di protonterapia ad aprire sul territorio nazionale nel centro sud, laddove i confini del centro sud si fermano addirittura a Candiolo, in provincia di Torino.

Il ministero della salute ha infatti concesso all’Istituto dei tumori di Napoli, il finanziamento per la realizzazione del centro di protonterapia che sarà collocato negli spazi adiacenti l’attuale radioterapia del Pascale, dando di fatto ragione a una richiesta avviata dalla direzione strategica del polo oncologico quattro anni fa.

Un risultato eccezionale per l’Irccs partenopeo che premia l’istituto di un’apparecchiatura che potrà trattare i pazienti selezionati a casa propria. Se il centro più a sud di Italia si trova, infatti, a Candiolo, su tutto il territorio nazionale se ne contano soltanto altri due, uno a Trento, l’altro a Pavia. Eppure la protonterapia può essere utilizzata più facilmente in combinazione con la chemioterapia, come trattamento post chirurgico, nella re-irradiazione dopo la radioterapia con raggi x standard e ha sicuramente effetti collaterali inferiori.

«A differenza dei raggi X, utilizzati nella radioterapia convenzionale, - spiega Paolo Muto, direttore del dipartimento di radioterapia del Pascale - i protoni possono essere indirizzati per fare in modo che le radiazioni colpiscano le cellule tumorali con estrema precisione salvaguardando i tessuti sani circostanti. Questa accuratezza può rivelarsi particolarmente vantaggiosa per coloro che hanno subìto un precedente trattamento radiante e per coloro che hanno un'alta probabilità di sopravvivenza a lungo termine. Sarà un centro in cui medici, fisici, ingegneri e tecnici di radioterapia daranno il loro contributo per essere pari a tutte le altre strutture che operano in questo settore».

Il progetto, che impegnerà circa 36 mesi per la sua realizzazione, potrà colmare quel gap esistente sul territorio nazionale per limitare quella quota di pazienti che ancora oggi migra verso il nord per accedere a questo tipo di trattamenti e sopratutto potrà consentire l’ampliamento dell’arruolamento dei pazienti che oggi risulta essere molto selettiva.

Potranno trarne vantaggio coloro i quali già sono stati sottoposti ad un precedente trattamento radiante o pazienti che hanno una patologia oncologica in sedi molto profonde. La prospettiva è creare una rete affinché tutte le strutture radioterapiche campane e non solo, possano far convergere presso il centro, i pazienti candidabili.



«È un risultato davvero importante, un implicito riconoscimento del ruolo che il Pascale ha assunto - dice il direttore generale, Attilio Bianchi - nell’assistenza oncologica sul piano nazionale. Voglio ringraziare il presidente De Luca, per quanto si è prodigato al fine di sostenere il progetto e gli uffici competenti della regione e del nostro istituto che lavorando in sinergia ci hanno supportato. Ed è un successo per l’intero sud Italia, per tutti i pazienti che potranno usufruirne. Grazie all’impegno di tutti un’idea prima è diventata un sogno e poi sarà realtà». Leggi l'articolo completo su
Il Mattino