«Pasqualina», lite sulla pizza salsiccia e friarielli

«Pasqualina», lite sulla pizza salsiccia e friarielli
La guerra della pizza friarielli e salsiccia? Esplode grazie ad un passaggio tv, nella vetrina de «La prova del cuoco», in casa Clerici. E rimbalza sul lungomare, dove...

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La guerra della pizza friarielli e salsiccia? Esplode grazie ad un passaggio tv, nella vetrina de «La prova del cuoco», in casa Clerici. E rimbalza sul lungomare, dove due grandi della pizza napoletana, Forgione e Sorbillo, hanno locali accorsati e frequentati, distanti appena una cinquantina di metri. Era quasi ora di pranzo, ieri, quando Gino Sorbillo, rappresentante dell’ultima generazione di una famiglia di notissimi pizzaioli partenopei, ospite della trasmissione di Rai Uno, ha illustrato la ricetta della «pizza Pasqualina». Si tratta, i napoletani lo sanno e la gustano spesso, della pizza bianca con salsiccia e friarielli, che Sorbillo presenta in tv al grande pubblico come un «suo» prodotto. Un’affermazione che scatena un immediato tam tam allertato da Enzo Forgione, addirittura da Milano: telefona a Napoli, al fratello Alfredo, nella sua pizzeria sul lungomare. Quella pizza, infatti, da sempre spiega di averla inventata proprio Alfredo Forgione, il «Cavaliere», addirittura quaranta anni fa.


Il titolare della pizzeria «Fresco», caratteristico nei suoi modi oltre le pizze che sforna ogni giorno, padrone di casa di tanti vip, a quel tempo - ovvero quaranta anni fa - era un giovane e talentuoso pizzaiolo da «Ciro a Mergellina». 
«È come se fosse ieri - spiega il cavaliere dei pizzaioli - eravamo al ristorante e Pasquale Fummo, che all’epoca era il titolare, mi rimproverò scherzosamente di non aver mai inventato una pizza per lui, come invece avevo già fatto per suo padre al quale avevo dedicato la «pizza alla Ciro», ovvero una quattro stagioni rivisitata». 

Fu così che nacque, appunto, la pizza «Pasqualina» in onore suo, anche se non la registrai come mia invenzione perché allora era un giovanotto e non pensavo a queste cose». Il Cavaliere, insomma, com’era facile aspettarsi non ci sta a perdere la paternità di una ricetta che - a suo dire - tra gli addetti ai lavori era nota.  Leggi l'articolo completo su
Il Mattino