Governo e Comune compiono un altro passo l'uno verso l'altro. Oggi sono più vicini, come non accadeva da mesi. Continua l'operazione disgelo, che dovrebbe...
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Anche per questo il lavoro avviato venerdì dovrà essere portato a termine nel corso di un altro vertice tecnico, in programma tra domani e martedì a Palazzo Chigi. Se in quell'occasione arriverà l'attesa fumata bianca, si potrà finalmente sbloccare il Patto, rimasto a lungo nel cassetto a causa delle polemiche che per mesi hanno incrinato i rapporti istituzionali sull'asse Roma-Napoli. Ora, comunque, il quadro sembra decisamente cambiato. A confermarlo è il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Claudio De Vincenti, che si mostra ottimista: «C'è grande cooperazione, con il Comune stiamo lavorando sui contenuti e mettendo a punto i dettagli. Presto dovremmo chiudere». Sarebbe infatti già stata fissata la data per l'ok al Patto: giovedì, nella sede della Prefettura partenopea, Renzi e de Magistris potrebbero ritrovarsi allora fianco a fianco per una firma che scaccerebbe l'incubo di uno strappo istituzionale permanente, considerato ormai da tutti dannoso e inaccettabile. Certo, il rischio di imprevisti, vista la delicatezza della situazione, c'è sempre, anche se la strada appare maggiormente in discesa.
Determinante, in questo senso, è stato il colloquio tra de Magistris e De Vincenti che il 29 settembre, per 45 minuti, hanno parlato a tutto campo della città, dei nodi in sospeso e degli interventi da mettere in campo, a partire proprio dal Patto per Napoli. Dopo quel faccia a faccia a Palazzo Chigi c'era stato anche un primo vertice tecnico, con de Magistris e Nastasi che si sono ritrovati gomito a gomito, alla presenza di De Vincenti e degli esperti di governo e Comune. È stato, questo, un passo cruciale per stemperare le tensioni e inaugurare una fase nuova. E probabilmente non è un caso, o almeno non lo è per de Magistris, che la svolta del 29 settembre sia arrivata a una settimana esatta dal colloquio tra l'ex pm e il capo dello Stato Sergio Mattarella. Del resto solo una mediazione ad altissimi livelli avrebbe potuto sbloccare una situazione di crisi istituzionale profonda. Il banco di prova resta però Bagnoli.
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Il Mattino