Il premier Matteo Renzi e il sindaco di Napoli Luigi De Magistris hanno firmato oggi il Patto per Napoli. Ecco alcune reazioni del mondo politico. ...
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Valente. «Questa mattina, Luigi de Magistris ha toccato il livello massimo di dissociazione istituzionale e politica». Così Valeria Valente, deputato e capogruppo Pd in Consiglio comunale di Napoli. «Non aveva nemmeno finito di scrivere su Facebook uno dei suoi soliti post stantii su un Governo che strangola la città, che non stanzia fondi, che taglia i trasferimenti - spiega Valente - quando neanche mezz'ora dopo è salito in Prefettura a firmare il Patto per Napoli con cui il Governo Renzi mette a disposizione 308 milioni di euro di risorse aggiuntive per la città e l'area metropolitana. Alla sterile demagogia e alle chiacchiere del sindaco, il Governo risponde coi fatti». Per Valente «è finito il tempo dei facili alibi e dello scaricabarile. Ognuno può e deve fare la sua parte. Anche per questo ha fatto bene il presidente del Consiglio Matteo Renzi a richiamare tutti alle proprie responsabilità, in primo luogo i sindaci dell'area metropolitana, che ha sfidato in positivo sul terreno dell'azione di governo, fissando l'edilizia scolastica e la realizzazione di nuovi impianti sportivi tra le priorità, grazie anche alla possibilità data dal Governo di scorporare gli investimenti dal patto di stabilità. Noi siamo su questa linea: diritti e doveri, opportunità e responsabilità per tutti. Da qui ripartono Napoli e il Mezzogiorno», conclude Valente.
Carfagna. «Apprendiamo che nel Patto per Napoli è compreso anche un sistema di controllo reciproco premier-sindaco.
Cgil. «La sottoscrizione del Patto per Napoli fra Comune e Governo è un fatto positivo che risponde alla necessità di una più stringente collaborazione istituzionale. È però necessario che il Patto sia l'occasione vera per una messa a sistema nel merito e nel metodo di tutte le risorse e le energie esistenti». Lo dichiara il commissario della Cgil di Napoli, Walter Schiavella. «Il Patto - precisa Schiavella - deve diventare il catalizzatore di una prima riflessione sugli assetti futuri della città metropolitana e per questo va costruito su questa dimensione di scala. Deve essere l'occasione per una sistematizzazione ragionata, su priorità condivise, di tutti gli investimenti e gli interventi previsti con l'obiettivo di mettere al centro un grande progetto di rigenerazione urbana sociale ed economica dell'area metropolitana». Secondo Schiavella, «sul piano del metodo il Patto, in questa sua dimensione più ampia, deve uscire dalle stanze ristrette per diventare progetto condiviso. Per questo ci attendiamo nei prossimi giorni una rapida convocazione delle parti sociali per una prima valutazione di merito utile anche a definire procedure trasparenti a garanzia dell'efficacia degli interventi e della qualità e regolarità del lavoro».
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Il Mattino