Pd Campania, Elly Schlein vince in tre capoluoghi ma tiene la roccaforte di De Luca

La stragrande maggioranza del gruppo dirigente del partito, a cominciare dal governatore De Luca, era schierato in massa con Bonaccini

Lunghe code alle primarie Pd a Napoli
È un testa a testa in Campania. Con Napoli, Avellino e Caserta (ma non le loro province) che vengono espugnate da Elly Schlein. È il dato, a spoglio ancora in corso...

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È un testa a testa in Campania. Con Napoli, Avellino e Caserta (ma non le loro province) che vengono espugnate da Elly Schlein. È il dato, a spoglio ancora in corso nella notte, delle primarie in Campania dove la stragrande maggioranza del gruppo dirigente del partito, a cominciare dal governatore Vincenzo De Luca, si è schierato in massa con lo sconfitto Stefano Bonaccini. Dato parziale con numeri che dalla Campania arrivano a rilento nella sede del Nazareno mentre Salerno, roccaforte del governatore, risulta l'unica provincia in Italia a non aver comunicato alcun numero, compreso l'affluenza, a oltre tre ore dalla chiusura delle urne dem.

Sembra comunque flettere il numero dei partecipanti. Nel 2013 si sfiorarono i centomila elettori, nel 2019 si arrivò a 90mila. Ieri invece, escludendo Salerno i cui dati risultano in conteggio sino a tarda notte, si arriva a 54.495 elettori che si sono recati nei 403 seggi della regione.

Napoli, quindi, si allinea, poco prima delle 23, a Roma e Milano dove trionfa la deputata e fanno già cantare vittoria al suo comitato. Poco più di 12 mila votanti solo in città che assegnano la vittoria alla Schlein. «Abbiamo vinto a Napoli e Bologna», confermano da Roma dal comitato della parlamentare rimarcando un risultato non certo previsto se le due regioni sono amministrate, rispettivamente, da De Luca e proprio da Bonaccini. Ma ormai il calcolo che si fa già alle 23 è come ormai si sia creato un gap difficile da recuperare per Bonaccini, anche in caso di vittoria al Sud. Anche perché in ben 14 regioni la Schlein è avanti. E anche i voti dei due granai di Bonaccini, parliamo di Puglia e Campania, non servirebbero a cambiare il corso delle cose. «È andata», dicono dal quartier generale della Schlein senza curarsi più dei numeri che non arrivano. Perché il risultato è considerato storico. Non foss'altro che è la prima volta che il voto dei gazebo, da quando è nato il Pd, sconfessa e ribalta quello degli iscritti. È il segnale che i militanti vogliono imprimere una svolta al partito. E vogliono, soprattutto, un partito diverso.

Certo al voto degli iscritti di Napoli la Schlein aveva già vinto ma di misura. Stavolta, invece, si delinea una vittoria più marcata grazie al voto dei simpatizzanti, quello meno legato alle logiche del partito e non telecomandato da ras e signori delle tessere vari (finisce 53,97 contro 46.03 esattamente come la media nazionale). E pure in provincia il risultato riserva più di qualche sorpresa. Bonaccini, infatti, non riesce a sfondare se non a Gragnano e San Gennaro Vesuviano. La Schlein, invece, a valanga vince a Palma, Acerra, Capri, Sorrento, Vico Equense, Ercolano e Torre Annunziata. Compresei quartieri bene (come Vomero e Posillipo) ma anche nelle ex roccaforti rosse. A cominciare da San Giovanni a Teduccio, nella zona est di Napoli, e Castellammare, la ex Stalingrado d'Italia. E qui la sua vittoria (861, giusto il doppio del governatore emiliano) contribuisce a far eleggere un operaio della Fincantieri, Giovanni De Riso, nell'assemblea nazionale del partito. E per trovare un'altra tuta blu da Castellammare nell'assise del partito bisogna tornare a mezzo secolo fa con Saul Cosenza nella plenaria del Pci.

A Salerno invece, dati non ufficiali danno il governatore al 75 per cento ma a Benevento, grazie al traino dell'ex parlamentare Umberto del Basso de Caro, il politico emiliano vola all'84,5 in città e al 76,5 in provincia. In Irpinia, dove si dimezza l'affluenza rispetto al 2019, Bonaccini vola al 71,5 contro il 28,44 della sua sfidante che però vince nel capoluogo conquistando due seggi su tre.

Ma colpisce la vittoria della Schlein, anche qui non scontata, a Caserta territorio dell'eurodeputata Pina Picierno, designata vice di Bonaccini alla vigilia del voto per il Nazareno.

E proprio la Terra di lavoro è stata protagonista, nelle scorse settimane, di un tesseramento dopato poi finito in tribunale e che non ha visto celebrare il voto degli iscritti. Un tesseramento, in larga parte, considerato a favore di Bonaccini eppure il capoluogo (dove c'era il traino del sindaco Carlo Marino) assegna la vittoria alla Schlein mentre la sua provincia finisce a Bonaccini. Qui, in quest'ultima partita, con oltre 8mila persone ai gazebo il 68,5 dei votanti sceglie il governatore Emiliano contro il 31,5, per cento della sua antagonista.

Infine una curiosità. A Cervinara, in Irpinia si reca al seggio l'elettore democrat più anziano d'Italia: è Giuseppe Valente con i suoi 106 anni. 

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Il Mattino