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Sarà il ministro della Salute, Roberto Speranza, a guidare la lista di Campania 1 per la Camera, alle sue spalle la consigliera regionale Loredana Raia, Lello Topo e Roberta Gaeta. Nel secondo listino napoletano il capolista sarà il segretario metropolitano del Pd, il 33enne Marco Sarracino, con alle spalle Raia, Topo e Antonella Ciaramella. Sono le uniche certezze, per ora, in casa democrat. Più intricata (a dir poco) è la situazione al Senato, dove nonostante siano stati diffusi i nomi dei candidati sono arrivate sanguinose rinunce. Nelle indicazioni del partito per Palazzo Madama la lista era formata da Dario Franceschini in testa con Valeria Valente, Enzo Amendola e Giuliana Di Fiore a seguire.
Mentre nell'altro proporzionale per Palazzo Madama ci sarebbe stata Susanna Camusso, davanti a Federico Conte, Eva Avossa e Giovanni Lombardi. Liste teoriche perché Enzo Amendola ha manifestato le proprie perplessità per essere stato inserito in lista solo al numero 3 e neppure una telefonata di Letta, per ora, è riuscito a convincerlo ad accettare la candidatura. Stessa storia per Federico Conte al numero 2 dietro la Camusso che ha già rinunciato al seggio e andrà quindi rimpiazzato. «Mi ha colpito la scelta di trasformare la Campania - ha detto Conte - in un'area di atterraggio per candidature prestigiose di altre realtà». C'è poi chi ha rifiutato una candidatura ancor prima della compilazione delle liste, ad esempio Camilla Sgambato, componente della Direzione nazionale. «Non mi sono mai sottratta alle battaglie politiche - ha detto - ma a tutto c'è un limite». E quel limite è probabilmente lo stesso che ha indotto la consigliera regionale, Bruna Fiola, a rinunciare per lo stesso motivo ad una candidatura.
Nei listini del proporzionale di Napoli della Camera sono stati infatti inseriti ai posti 2 e 3 gli stessi nomi: al 2 la consigliera regionale Loredana Raia e al 3 il parlamentare uscente Lello Topo.
Non sono le uniche fibrillazioni. Anche Enza Amato, data fino all'ultimo secondo come candidata al Senato alle spalle di Franceschini, non è stata inserita nell'elenco. Prima ancora c'era stato il caso di Umberto Del Basso de Caro che, a Benevento, aveva rinunciato già giorni prima, nell'uninominale è stato inserito Carlo Iannace, sul suo capo una condanna a 4 anni revocata in Cassazione e rimandata a giudizio nuovamente in Corte d'Appello. E poi a creare un clima pesante nel partito campano c'è l'arrivo di tre esponenti esterni alla Regione, non solo Dario Franceschini, che già era stato messo nel conto delle possibilità e che ieri ha festeggiato con un tweet la candidatura: «Sono orgoglioso, cercherò di essere la voce di questa terra straordinaria». I malumori sono soprattutto per l'arrivo di Camusso e Speranza, il ministro della Salute, tra l'altro inviso anche a Vincenzo De Luca, col quale ha polemizzato più volte. Eppure il governatore può festeggiare per aver incassato una candidatura da capolista a Salerno per suo figlio Piero (e con lui di Fulvio Bonavitacola e Luca Cascone negli uninominali). E se i proporzionali sono ancora in fase di definizione dopo le rinunce, non è più limpida la situazione negli uninominali. Ad esempio spicca il caso paradossale di Paolo Siani che sarebbe stato indicato, anziché nel suo collegio napoletano, in quello di Giugliano. Malumori ce ne sono poi sulla possibile candidatura nell'uninominale Nolano della deluchiana Paola Raia: ipotesi che non sarebbe stata concordata con gli esponenti locali. Nelle altre province è limpida la situazione nel collegio di Caserta-Benevento dove il capolista per la Camera sarà il segretario regionale del partito Stefano Graziano. Piero De Luca a Salerno guida il listino davanti a Rosetta D'Amelio. Vanno poi definiti i posti per gli uninominali della coalizione, spicca la possibilità del collegio di Pomigliano dove sarà indicato Di Maio e dove il ministro potrebbe sfidare in un derby l'ex premier Conte.
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Il Mattino