Eutanasia di un partito a Napoli. Con ordini e contrordini che gettano nel caos iscritti e dirigenti del Pd. Prima, sabato notte, dopo scambi di accuse e veleni tra gli aspiranti...
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Perché il rinvio di una settimana di Martina, sabato notte, viene dato per acclarato. Pace, se ne parla tra sette giorni. Figuriamoci. Perché la notte porta consiglio e a prima mattina alcuni circoli dove la mozione Costa è maggioritaria alzano le saracinesche. Viceversa quelli in quota Oddati rimangono chiusi. Anche perché le informazioni, che definirle contraddittorie è puro eufemismo, si susseguono. «È partita la comunicazione di Martina che dispone il rinvio di tutti i congressi in programma il 12 novembre a domenica prossima. Nella mattinata si riunirà la commissione provinciale per il congresso per definire gli adempimenti necessari al rinvio», dichiara all'Ansa, sono le 10.30, Alberto Losacco ,il deputato pd spedito dal Nazareno a fare da tutor al congresso. Non uno passato lì per caso, per capirci. Nemmeno 40 minuti e Andrea Rossi scrive al Pd regionale: «I congressi per l'elezione degli organismi di circolo e per l'elezione del segretario e dell'assemblea provinciale di Napoli si svolgeranno regolarmente nella giornata di oggi (ieri, ndr)». Prima l'ordine, poi il contrordine che gettano le truppe democrat napoletane nel caos. Tra disorganizzazione, file ai seggi in alcuni casi, e luoghi deserti in altri. Con intere realtà tagliate fuori. Come il circolo di Castellammare, un tempo serbatoio immenso dei voti a sinistra, rimasto chiuso. Come anche molte sedi in città con le porte sbarrate (Vomero e San Giovanni a Teduccio).
«Non riconosco il voto che si sta svolgendo in alcuni circoli di Napoli e provincia, è una simpatica manifestazione interna di una corrente del Pd. So della comunicazione del responsabile organizzazione Andrea Rossi, ma io mi attengo alla dichiarazione del vicesegretario nazionale Maurizio Martina, che è stato eletto e non nominato. Ovviamente non posso riconoscere un congresso in cui si dice, si vota, poi non si vota più», attacca Nicola Oddati, il nome legato agli ex ds, che in questi giorni ha più volte messo in discussione i criteri della platea elettorale. Ed è il motivo principale che ha fatto scattare il rinvio-non rinvio.
«Vogliamo che oggi sia una giornata di partecipazione, non cadiamo nelle provocazioni di chi sta creando caos: tutto ciò non fa bene al Pd», dice Massimo Costa, altro aspirante segretario, sostenuto da Guerini. «Tutte le informazioni sul rinvio sono smentite. Andiamo a votare», rintuzza Ederoclite, invitando i suoi ad andare ai seggi.
Ma, alla fine rimane un miraggio sia la platea dei 25mila aventi diritto al voto, sia il suo 50 per cento. Diecimila persone ai seggi indicano fonti del Pd. Ma sono il 30 per cento degli iscritti di un congresso comunque nato già monco.
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Il Mattino