L'inchiesta anticamorra scuote ancora una volta il partito Democratico in Campania, a poco più di un mese dalle elezioni per le comunali a Napoli,...
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Di fatto, la tegola che si abbatte su Stefano Graziano, che si autosospende subito dal partito ma resta in Consiglio regionale, è un duro colpo all'immagine dei democrat campani, che stavano cercando di risalire nei sondaggi pre-elettorali anche grazie all'impegno in prima persona del segretario nazionale e Presidente del Consiglio Matteo Renzi, che proprio domenica è tornato a Napoli per la sua terza visita nel giro di poche settimane.
Venanzio Carpentieri, segretario del Pd di Napoli, cerca di gettare acqua sul fuoco («Credo che non ci saranno ripercussioni sulle prossime elezioni a Napoli, non ci può essere una diretta correlazione tra quella vicenda e quella delle elezioni amministrative») e respinge «ogni tentativo di far diventare un episodio sintomo di una generale compromissione del partito». Ma gli altri partiti attaccano frontalmente il Pd, a cominciare dal M5S, che con Valeria Ciarambino parla di «Gomorra del Pd in Campania» sul blog di Beppe Grillo. «In una terra in cui la presenza della camorra è ingombrante e incide nella vita di tutti i cittadini onesti, non si può tentennare neanche un minimo: Graziano lasci la sua poltrona in Consiglio regionale», aggiunge il M5s che oggi appunto presenterà la propria lista a sostegno del candidato sindaco di Napoli Matteo Brambilla, con tutto lo stato maggiore del movimento, dal vicepresidente della Camera, Luigi Di Maio, e il presidente della Commissione di Vigilanza della Rai, Roberto Fico.
Ci va duro anche il sindaco di Napoli, Luigi De Magistris, che punta i suoi strali direttamente su Roma e continua la dura polemica con il premier: «La rottamazione di Renzi - dice - non è mai iniziata, anzi». «Doverosi e apprezzabili» sono giudicati da Vincenzo De Luca, Presidente della Campania, gli atti compiuti da Graziano. «La magistratura ora vada avanti in tempi rapidi», aggiunge De Luca ricordando «il principio che fino a sentenza definitiva chiunque è innocente».
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Il Mattino