PIANO DI SORRENTO - Un proiettile da artiglieria, di forma cilindrica, risalente all’ultimo conflitto mondiale: sembrava l'unico ordigno ritrovato dai subacquei durante...
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Dopo che la Capitaneria di porto ha interdetto l'area, i palombari della Marina Militare hanno raggiunto il posto a bordo di un gommone e, a seguito di un'immersione, hanno confermato la presenza del proiettile di artiglieria a brevissima distanza dal molo, a una profondità di circa due metri. Pochi minuti più tardi i sub hanno scoperto il secondo ordigno. A quel punto, entrambe le bombe sono state rimosse dal fondale e, con l’ausilio di un sistema per il sollevamento, sono state rimorchiate al di fuori dell’Area marina protetta, in una zona di mare individuata dalle autorità marittime, dove alla fine sono state fatte brillare. Questo tipo di intervento rappresenta una delle tante attività che i palombari del Gos conducono per tutelare la pubblica incolumità, oltre che per ripristinare le condizioni di sicurezza della navigazione e della balneabilità delle coste italiane. Nel 2017 il Gos ha recuperato e bonificato un totale di 22mila ordigni esplosivi di origine bellica, mentre dal primo gennaio 2018 sono oltre 29mila i manufatti esplosivi rinvenuti e neutralizzati nei mari, fiumi e laghi in tutta il Paese, senza contare le migliaia di proiettili di calibro inferiore ai 12,7 millimetri.
Soddisfatto il sindaco Vincenzo Iaccarino: «Ringrazio la Marina Militare e le Capitanerie di porto di Castellammare di Stabia e di Piano di Sorrento per l'intervento effettuato con straordinaria professionalità che ha consentito di scongiurare un grave rischio per la nostra Marina di Cassano». Dalla Marina Militare, invece, arriva un appello: «Invitiamo tutti coloro che in mare dovessero imbattersi in oggetti simili, per forma e dimensioni, a ordigni bellici o parte di essi, a non avvicinarsi e, soprattutto a non toccarli, informando del rinvenimento la Capitaneria di porto o la stazione dei carabinieri del posto. Anche se sono vecchi di oltre settant’anni, questi oggetti hanno un’altissima pericolosità, per giunta aggravata proprio dalla loro lunga permanenza in acqua. Sarà cura degli esperti della Marina Militare provvedere alla verifica della segnalazione e all’eventuale neutralizzazione dei residuati bellici». Leggi l'articolo completo su
Il Mattino