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Quello che si sta consumando in queste ore a piazzetta Nilo, intorno all'antica statua eretta dagli alessandrini tra il II e il III secolo dopo Cristo, sta assumendo i contorni di un vero e proprio giallo. Anzi, di un giallo-nero. È nero, infatti, il nastro adesivo installato sulle tovagliette in carta dei tavolini che ancora oggi occupano lo spazio intorno ad uno dei simboli più antichi e conosciuti dell'antica Neapolis nonostante una ordinanza preveda la loro rimozione.
Per inquadrare correttamente la questione è però opportuno fare un salto indietro nel tempo quando, circa un mese fa, i residenti della zona segnalarono quello che sembrava - e come poi si è rivelato essere - un abuso ai danni della statua e dell'immagine della città. A ridosso del basamento del monumento marmoreo, infatti, era stata installata una fila di tavolini provenienti da una pizzeria vicina e rinomata.
Le immagini dello storico slargo trasformato in una sala dove consumare pizze fritte, crocchè e zeppole di pastacresciuta fecero in pochissimo tempo il giro del web e scatenarono un vero e proprio coro di indignazione contro i gestori del locale che, proprio a causa dell'enorme coro d'indignazione, intervennero sostenendo di essere perfettamente in regola con i permessi.
La faccenda ha continuato a stiracchiarsi per alcune settimane fino a ieri, quando il Suap, lo Sportello Unico per le Attività Produttive del Comune di Napoli, dopo una attenta verifica da parte della polizia municipale, ha sanzionato l'abuso imponendo ai ristoratori di rimuovere ad horas i tavolini.
Vittoria dei cittadini contro l'occupazione abusiva di suolo pubblico? Nemmeno per idea. Oggi a ora di pranzo, infatti, come ha testimoniato il Comitato Fatti di Napoletani Perbene, che si era reso autore dell'esposto che ha poi portato ai controlli ed alla sanzione, i tavolini sono ritornati al loro posto, più prepotenti di prima. L'unica differenza, rispetto al passato, è che sulle tovagliette di carta che vengono solitamente posate sui tavolini il nome dell'attività commerciale è stato letteralmente ricoperto con una pesante striscia di nastro adesivo nero.
«Si chiede - recita un passaggio della comunicazione ufficiale inviata dalla Dirigente del Suap Antonietta Rubino - allaunità operativa che legge per conoscenza di tenere informato lo scrivente Servizio circa l’ avvenuta rimozione dell’abuso nei termini di legge. Invero, l’inottemperanza del contravventore o il mancato ripristino in conformità nei predetti termini, è presupposto, previa diffida, per il pedissequo procedimento sanzionatorio e per l’avvio della procedura di rimozione d’ufficio dell’occupazione abusiva da parte del Servizio Competente».
«Sapevamo già - la presa di posizione del Comitato Fatti di Napoletani Perbene - che una sola denuncia non sarebbe bastata a fargli rimuovere definitivamente i tavolini. Il dio denaro non prevede il rispetto per la storia. Per questo sappiamo che è solo un piccolo primo passo. L'unica maniera per rimuoverli definitivamente è continuare la nostra battaglia per avere degli arredi pubblici degni di una statua alessandrina, che impediscano fisicamente l'inserimento dei tavolini».
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