Covid, la messa del cardinale Sepe al Plebiscito: «Ringrazio medici, infermieri e volontari»

Covid, la messa del cardinale Sepe al Plebiscito: «Ringrazio medici, infermieri e volontari»
«Grazie di cuore a chi è stato in prima linea: ai medici, agli infermieri, a tutto il personale e ai dirigenti delle Aziende Ospedaliere». Lo ha detto...

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«Grazie di cuore a chi è stato in prima linea: ai medici, agli infermieri, a tutto il personale e ai dirigenti delle Aziende Ospedaliere». Lo ha detto Crescenzio Sepe, arcivescovo metropolita di Napoli, nel corso dell'omelia per la 'messa di ringraziamentò in Piazza del Plebiscito. «Tutti, di fronte a un virus sconosciuto, infame e anche letale - ha affermato - si sono prodigati con abnegazione, sostituendosi anche ai parenti dei degenti ed esponendosi, in centinaia di casi, sino al sacrificio della propria vita». «Sento di ringraziare - ha aggiunto - i medici di famiglia e il personale e i dirigenti delle Aziende sanitarie locali e dei Laboratori, nonché i tanti Volontari che hanno fatto un lavoro poco evidente ma altrettanto prezioso e meritorio». «Mi sia consentito di ringraziare anche i Cappellani ospedalieri e tutti gli altri miei sacerdoti - ha sottolineato - che, pur in mancanza di cerimonie religiose per la chiusura delle chiese, hanno fatto sentire vicinanza e sostegno alle persone e alle famiglie».

 
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«Ringrazio ancora il personale e i dirigenti della Croce Rossa e della Protezione Civile, nonché tutti i responsabili delle istituzioni pubbliche, i quali, superando ogni perplessità e dubbio dovuti all'improvviso cambiamento di tutta la realtà sanitaria, economica e sociale - ha proseguito - hanno saputo decidere con fermezza, adottando misure di salvaguardia della salute di tutti, di aiuto finanziario, diretto o indiretto, destinando cospicue risorse al potenziamento del settore sanitario». «Un sentito ringraziamento rivolgo, infine, all'intera comunità: alle madri e ai padri di famiglia, agli anziani, ai disoccupati, ai lavoratori e alle lavoratrici, agli imprenditori, ai commercianti, agli artigiani, agli albergatori e ai ristoratori, ai docenti, agli studenti, ai dirigenti scolastici - ha concluso - per la forza morale con la quale hanno affrontato e accettato sacrifici e rinunce fino ad arrivare a forme di nuova povertà». 

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«Abbiamo vissuto insieme giornate di tremenda paura, di dolore e di lutto, di grave incertezza per il futuro. Non ancora è il momento di gioire, ma certamente è un momento di sollievo e di speranza, con tanta voglia di fare, con tanto entusiasmo per la ripresa, con molto coraggio per riprendere il cammino interrotto», da proseguito Sepe. «È una vera sfida quella che sta davanti a noi - ha affermato - ma la potremo vincere se sapremo continuare ad agire con responsabilità civica, nel rispetto delle regole e sapremo fare rete«. »Lo stare insieme questa sera nel nome del Signore è di grande conforto e di buon auspicio - ha aggiunto - Lo facciamo nel ricordo commosso di quanti ci hanno lasciato in questi tragici mesi«. »Ci restano - ha sottolineato - l'emozione forte di quelle bare trasferite pietosamente, ma in modo anonimo dagli ospedali ai cimiteri, l'immagine delle croci, segno di sofferenza e di dolore, che ci riportano alla crocifissione di Cristo, alla quale fece seguito la risurrezione«. »Vogliamo che quelle morti e quelle croci ci diano la forza di guardare avanti, verso il domani e il futuro - ha concluso - Per Crucem ad Lucem. L'esempio viene da Cristo che ha aperto le porte della speranza per l'umanità condannata».
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Il Mattino