«Polemica pretestuosa sul Mercadante, evidenti i risultati ottenuti da De Fusco»

«Polemica pretestuosa sul Mercadante, evidenti i risultati ottenuti da De Fusco»
«Il corpo mi ha detto, come avrebbe ordinato la mia Scianel, t'ea calmà. E io al corpo do retta». Scherza, Cristina Donadio, mentre racconta perché...

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«Il corpo mi ha detto, come avrebbe ordinato la mia Scianel, t'ea calmà. E io al corpo do retta». Scherza, Cristina Donadio, mentre racconta perché si è fermata. E con lei lo spettacolo di cui è protagonista, Festa al celeste e nubile santuario, testo e regia di Enzo Moscato. Sarebbe dovuto andare in scena dal 28 marzo al 7 aprile al San Ferdinando, ma l'attrice ha avuto un'influenza forte e lunga. «Ho bisogno di recuperare il fiato, perciò abbiamo chiesto alla direzione dello stabile di rinviare». Oggi che di direzione si parla tanto, se è vero che la Donadio non partecipa alla polemica sul Mercadante, un'idea sull'attuale gestione ce l'ha: «Impossibile ignorare i risultati. E mi dispiace assistere a battaglie di religione sulle scelte di De Fusco: soprattutto noi attori dovremmo stare lontano dal giudicare una direzione artistica mentre si sta compiendo».

 
Comunque il pubblico potrà ammirarla a novembre, sempre nel teatro che fu di Eduardo. Nel frattempo la si vedrà al cinema, ne L'eroe, per la regia di Cristiano Anania. E probabilmente in tv: «Non posso parlare, dico solo che potrei trovarmi a raccontare storie noir». A proposito di noir: che fine farà Gomorra senza la presenza sua e di altri protagonisti? «Il prodotto ha una forza tale da poter resistere alla scomparsa dei nostri personaggi. Certo, è vero che la gente vorrebbe farci tornare, magari con vari spin off sulle figure celebri. Può essere che qualcuno raccolga l'idea» gioca la Donadio, scusandosi per la voce un po' smorzata dall'indisposizione. Non è stato facile: «Per noi la voce è tutto. Anche se sono guarita, non me la sentivo di lanciarmi in un testo splendido come quello di Moscato senza la dovuta preparazione». Quasi non se l'aspettava, questo stop: «Di solito ritengo di avere i superpoteri. Ora il mio corpo ha detto fermati». E in qualche modo è stato meglio, per una come lei che fa di ogni esperienza un tesoro: «Avrò modo di concentrarmi di più. Questo rinvio gioverà allo spettacolo».

«Temo che la querelle stia assumendo toni eccessivi: è a rischio la serenità di tutto lo Stabile» dice preoccupata. La sua ricetta poggia su due punti essenziali: «La politica deve fare non due ma tre passi indietro. E mi piacerebbe che la vicenda si consumasse all'interno del consiglio di amministrazione». La Donadio fu protagonista della stagione di rinascita del Mercadante: «Ricordo la gioia che provammo ad avere finalmente uno Stabile tutto per Napoli. Io recitavo nel primo spettacolo che andò in scena, Hotel de l'Universe di Moscato» è la rievocazione. Non solo basata su momenti felici: «Oltre a Enzo il comitato artistico vantava punte di diamante: Roberta Carlotto, Renato Carpentieri, Mario Martone. Proprio quanto accadde a quest'ultimo, preso di mira in un processo a palazzo Serra di Cassano e portato alle dimissioni, mi fa preferire una nostra distanza in tema di scelte artistiche».


L'attrice crede che l'artista debba stare fuori dalle polemiche di parte: «Trovo disdicevole che un attore stia con qualcuno per mettersi contro altri. Ronconi diceva che in queste diatribe tra chi amministra e chi produce, chi perde è la cultura». Perciò, più che del nome del futuro direttore è preoccupata dallo spirito con cui si andrà a gestire lo Stabile: «Tutto ciò che è stato fatto finora non è un punto d'arrivo ma di partenza: la battaglia la farei sui temi, per esempio, perché ogni volta che si mette su uno spettacolo questo nasce e subito muore? C'è troppa attenzione alla produzione e non alla distribuzione» In ogni caso per lei De Fusco ha lavorato bene: «I risultati sono a suo favore. E anche se all'inizio veniva criticato per l'attenzione al classico, col tempo ha saputo ascoltare la comunità teatrale».
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Il Mattino