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Centinaia di persone hanno partecipato al funerale di Frederick Akwasi Adofo, il 43enne ghanese senza fissa dimora ucciso a calci e pugni lo scorso 17 giugno in una scena da arancia meccanica di cui si sono resi protagonisti due sedicenni poi arrestati dai carabinieri. Il corteo funebre è partito nella prima sera dal municipio della città. Si potevano distinguere, fasce tricolori al petto, i sindaci di Pomigliano e della vicina Castello di Cisterna, Raffaele Russo e Aniello Rega, consiglieri comunali e assessori, il deputato dei Verdi Francesco Emilio Borrelli e l’ex vicesindaco di Napoli, pomiglianese, Tommaso Sodano.
Tangibile la solidarietà della gente. Nonostante non sia stato ufficialmente dichiarato il lutto cittadino i commercianti hanno voluto comunque abbassare le saracinesche dei loro negozi durante il passaggio della salma del clochard ucciso senza motivo. A un certo punto il corteo funebre si è fermato davanti a una casa alloggio che ospita alcuni immigrati, nell’antica via Imbriani, centro vecchio di Pomigliano. Quasi come per un’ironia della sorte il rifugio per i più deboli si trova proprio accanto all’abitazione di uno dei due giovani presunti assassini di Frederick. Qui il sindaco Russo ha scoperto una targa dedicata al povero senzatetto crudelmente assassinato.
Il corteo funebre è poi proseguito fino alla chiesetta di San Francesco, a pochi metri dai luoghi del massacro, il piazzale di un supermercato dove Frederick chiedeva tutti i giorni l’elemosina e la rampa di una salumeria dove il clochard dormiva. Durante il rito in chiesa piangevano a dirotto gli zii di Frederick, arrivati grazie a una colletta: «Era buono e amato dalla gente. Adesso è in paradiso». All’esterno della chiesa gli attivisti dell’associazione Città Aperta hanno mostrato una serie di scritte dedicate all’immigrato ucciso.
L’omelia è stata pronunciata dal vescovo di Nola, Francesco Marino. «Siamo tristi, avvertiamo il dolore, siamo qui per offrire al Signore il nostro pentimento – le parole del prelato -.
Al termine della messa l’uscita della bara dalla chiesa è stata accompagnata da un lungo applauso. Il feretro è stato infine rimesso nel carro funebre e il corteo si è ricomposto per terminare al cimitero di Pomigliano, dove la salma di Frederick è stata infine tumulata. Ogni momento del funerale è stato organizzato a spese del Comune di Pomigliano. Il sindaco Russo sta facendo uno sforzo enorme per convincere l’opinione pubblica che «il vero volto di questa città è quello dell’accoglienza e della solidarietà e non certo quello della violenza più efferata».
Intanto i due giovani presunti assassini di Frederick si trovano nel carcere di Nisida. Sono stati catturati dai carabinieri del nucleo investigativo e della compagnia di Castello di Cisterna appena tre giorni dopo l’omicidio. I due ragazzi sono stati inchiodati dalle numerose telecamere pubbliche e private che costellano le strade di Pomigliano. Sono entrambi figli di poveri operai che fanno lavori saltuari ed entrambi abbandonarono la scuola già in terza media, a soli 13 anni. Da allora non si è saputo più nulla di loro. Fino a quando non hanno ammazzato il povero Frederick «giocando» per uccidere a calci e pugni.
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