Anche Pompei diventerà un parco archeologico e sarà guidata da un direttore-manager, così come accade per i nuovi musei autonomi, scelto con una...
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Il Colosseo, l’altro fiore all’occhiello dell’archeologia italiana, seguirà infatti il modello Pompei con cui condivide il podio dei luoghi d’arte più visitati del Paese: anche l’Anfiteatro Flavio, infatti, diventerà un Parco Archeologico insieme con Palatino, Fori e Domus Aurea, e sarà «scorporato» dalla Soprintendenza archeologica speciale. Pompei è tornata autonoma da Napoli nel 2014 e da qualche mese si è «separata» anche da Ercolano, un altro dei parchi archeologici istituiti di recente dal ministro.
In realtà, a parte la denominazione - addio alla soprintendenza, anche Pompei sarà parco archeologico come Paestum, Ercolano, i Campi Flegrei - per il sito vesuviano, almeno al momento non dovrebbe cambiare granché: Massimo Osanna, l’archeologo proveniente dall’Università della Basilicata in carica dal 2014, che ha portato l’antica città romana fuori dalla polvere dei crolli, facendola risplendere per le continue nuove aperture e riaperture, ma anche per l’organizzazione di eventi straordinari - il 2016 è stato l’anno di Mitoraj, Elton John e David Gilmour, delle statue dei faraoni sotto il Vesuvio - per la partecipazione ad importanti mostre all’estero e per gli accordi di collaborazione con prestigiose strutture nazionali e internazionali, resterà al suo posto fino alla scadenza del mandato, agli inizi del 2019.
Il suo successore, che avrà le sue stesse competenze in materia di tutela e valorizzazione, sarà scelto invece con un concorso internazionale, aperto dunque anche a cittadini europei, così come è accaduto con tutti i nuovi direttori dei musei resi autonomi dalla riforma Franceschini.
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