Pompei. Alla base della colonna è visibile un incavo: al cilindro manca parte della pietra lavica, che ha ceduto nella notte. Non c’è pace per gli scavi di...
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Tutti in coda per entrare da piazza Esedra o piazza Anfiteatro. Per chi voleva visitare le case di Romolo e Remo un nulla di fatto: l’ingresso è sospeso. Tutto normale, invece, l’accesso alle Terme Suburbane. Già da oggi, però, Porta Marina Superiore sarà riaperta. Non è un crollo, come quelli degli anni scorsi, ma la colonna ha avuto bisogno di una «messa in sicurezza», per consentire interventi immediati ed evitare guai peggiori. Spiega il generale Giovanni Nistri, responsabile dei Grandi Progetti per gli scavi di Pompei, in attesa di passare la mano al suo successore Luigi Curatoli già nominato: «Il nostro programma è proseguito secondo i piani.
Non è pensabile che possano essere previsti e prevenuti tutti i problemi, anche quelli piccoli come questo, legati ad un patrimonio così delicato che ha superato tante traversie legate a sconvolgimenti naturali. È stato disposto un intervento immediato di sicurezza». Una colonna di tre metri ha dunque avuto problemi e l’ingresso principale è stato chiuso. Per fortuna, è un periodo di bassa stagione con una media di cinquemila visitatori rispetto ai dodicimila di altri mesi.
Gli autobus organizzati delle comitive di giapponesi sembrano nemmeno accorgersi del disagio. Dice Massimo Osanna, direttore della Soprintendenza per gli scavi archeologici: «Spero che nessuno parli di crollo, che non c’è stato. Si è staccato un pezzo di tufo dalla base di una colonna, che è stata messa immediatamente in sicurezza». Oggi è un mese esatto dalla visita di Matteo Renzi, che alla vigilia di Natale venne per la prima volta agli scavi di Pompei per la riapertura di sei grandi domus, dopo i lavori di recupero con i finanziamenti europei. In quell’occasione, disse un Renzi entusiasta: «L’Italia dice basta alle opere incompiute, alle opere lasciate a metà, ma è capace di giocarsi la propria potenza straordinaria come qui a Pompei». Rispetto ai crolli del 2010, stavolta si tratta di cosa diversa.
E lo spiega ancora il direttore Osanna: «Si è staccato del materiale assai friabile come è il tufo e, se una base non ha più tutto il materiale che aveva all’origine, la colonna andava messa in sicurezza.
Il Mattino