Il sexy perizoma delle pompeiane di duemila anni fa infiamma il web

Il sexy perizoma delle pompeiane di duemila anni fa infiamma il web
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POMPEI - Il sexy perizoma delle pompeiane di duemila anni fa infiamma il web. La pagina Facebook del Parco Archeologico ne descrive i particolari ed è subito boom di like. Segnale che l'antica Pompei a luci rosse è uno dei temi più apprezzati dal turismo internazionale.


Tra gli indumenti intimi indossati delle donne della città romana, figurano il subligaculum, o licium, una specie di perizoma, quasi sempre di lino annodato attorno alla vita. Nella lingerie, come arma di seduzione, c’era anche un moderno reggiseno, il mamillare che consisteva in una fascia di cuoio per appiattire il seno e lo strophium, che lo avvolgeva ma non lo comprimeva. Questa fascia pettorale è rappresentata anche negli affreschi erotici del «Lupanare», in cui viene indossata dalle prostitute, per marcare la differenza tre le donne e le dee. Pur avendo le stesse forme, le divinità esibiscono il seno nudo, mentre il pittore sottolinea la natura delle donne «umane» con la fascia.


Gli indumenti indossati dai pompeiani e, in generale, nel mondo romano, si distinguevano in due grandi categorie: gli indumenta indossati di giorno e di notte, e gli amictus, indossati solo durante una parte del giorno. Sopra il licium si appoggiava la tunica, l’indumento per eccellenza, di lino o di lana, a seconda della stagione, stretta in vita mediante una cintura. La tunica femminile era lunga fino ai talloni. Le tuniche più eleganti erano ricamate con fili d’oro (tunicae auratae). Quelle dei militari erano più corte di quelle dei comuni cittadini, mentre quelle dei magistrati si distinguevano per una bordatura purpurea. La moda imperiale prevedeva due tuniche, una sopra l’altra. In inverno, erano previsti guantoni per proteggere le mani dal freddo e come amictus che avvolgesse gli indumenti, la toga, un ampio e imponente mantello di lana bianca, tipico costume delle classi romane elevate, sostituita, in occasioni più informali, dal pallium, un mantello più pratico e meno ingombrante. Per le donne di condizione elevata era prevista la stola, lunga tunica annodata in vita da una cintura e completata dal supparum, lungo scialle, o dalla palla, grande mantello a pieghe regolari e a tinte forti. Ai piedi erano indossati, a seconda delle stagioni, dei sandali con lacci, scarpe di cuoio o dei veri e propri stivaletti. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino