Se volessimo giocare ai paradossi, potremmo cavarcela con una battuta: a Pompei si addicono solo le rovine, guai a mettere mano a un restyling, se ne danneggerebbe il fascino. E...
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Il portabandiera di questa posizione (non usiamo eufemismi) miope sembra proprio chi potrebbe trarre maggiori benefici da una Pompei ad alta velocità, ovvero il sindaco, Ferdinando Uliano che, di fronte al progetto di una nuova infrastruttura ferroviaria, minaccia di erigere barricate (sulle quali rischia di trovarsi da solo, come l’ultimo dei Mohicani), coniando un nuovo logo antagonista, il «No Hub».
Il casus belli è ancora più paradossale, perché vede il sindaco-scout, a parole molto vicino allo scout-premier Matteo Renzi, opporsi fieramente a un progetto ferroviario fortemente voluto dai ministri delle Infrastrutture, Graziano Delrio, e della Cultura, Dario Franceschini. Si tratta della costruzione dell’avveniristica stazione che unisce Rete Ferroviaria Italiana (Rfi) e Circumvesuviana (Eav), in un progetto che ridurrebbe a un’ora e mezza la distanza tra Roma e Pompei, sfruttando potenzialmente l’Alta Velocità. Un investimento di 35 milioni euro che viene respinto al mittente. Uliano non è nuovo ad alzate d’ingegno e ora veste i panni del difensore dell’economia di vicinato, vittima predestinata del mostro, dell’Incredibile Hub. La sua uscita (che punta sulla bocciatura della deroga al piano regolatore), s’è beccata una serie di prese di distanza, dall’alto, dal basso, da vicino e da molti compagni e amici del Pd. Quando, ieri mattina, Franceschini ha letto le dichiarazioni di Uliano è letteralmente saltato dalla sedia. E ha ricordato ai collaboratori che quando per l’Hub c’è stato un tavolo tecnico ufficiale, il sindaco di Pompei era presente e non ha sollevato nessuna critica o minima obiezione. L’intenzione del governo è quella di andare avanti, perché contro progetti infrastrutturali di questa portata, i contrasti di campanile hanno le dimensioni di un sassolino sui binari.
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Il Mattino