Ponticelli, il commissario nazionale antiracket visita i commercianti che hanno denunciato il «pizzo»

Ponticelli, il commissario nazionale antiracket visita i commercianti che hanno denunciato il «pizzo»
Il commissario straordinario del Governo per il coordinamento delle iniziative antiracket e antiusura, prefetto Annapaola Porzio, ha fatto visita ai diversi commercianti di...

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Il commissario straordinario del Governo per il coordinamento delle iniziative antiracket e antiusura, prefetto Annapaola Porzio, ha fatto visita ai diversi commercianti di Ponticelli, quartiere della periferia est di Napoli, che negli anni scorsi hanno denunciato le richieste di estorsione da parte di delinquenti affiliati ai clan della zona. La «passeggiata antiracket» è stata promossa dalla FAI Federazione Antiracket-Antiusura Italia.

 
Il commissario ha incontrato alcuni operatori di via Madonnelle, nella zona del rione Incis, riuniti nell'associazione FAI Ponticelli guidata da Gelsomina Esposito. É proprio nel periodo natalizio che il fenomeno del «pizzo» si manifesta in maniera più forte: i gruppi criminali impongono delle somme con violenza oppure merci e servizi, come l'apposizione delle luminarie. Lo spiega Luigi Ferrucci, presidente nazionale della FAI.
 
L'invito a rivolgersi alle associazioni e alle forze dell'ordine in caso di richieste estorsive viene proprio dal commissario nazionale: «Non credo che sia semplice per un commerciante o per un imprenditore» afferma il prefetto Porzio che sottolinea la necessità di far conoscere in tutto il Paese l'esperienza di contrasto alle due pratiche illecite: «Vorrei portare qualche testimonianza al centro-nord perché fino a oggi ci siamo occupati quasi esclusivamente del centro-sud che è stato afflitto da questa piaga, ne ha preso consapevolezza e l'ha combattuta» afferma il prefetto.

Racket e usura restano due piaghe di fronte alle quali la FAI ha messo in campo un metodo che ha fatto scuola, quello della «denuncia collettiva» e dell'attenzione e della protezione costanti intorno a chi decide di denunciare rompendo il “muro” dell'omertà e soprattutto uscendo da quella situazione di convenienza che ancora riguarda tantissimi imprenditori e operatori commerciali. Lo spiega Tano Grasso, presidente onorario della FAI, che ricorda l'importanza del modello proposto dalla federazione: la sinergia tra vittime del «pizzo» e dell'usura, associazioni sul territorio, forze dell'ordine e magistratura con una vicinanza costante dei soggetti che denunciano, specie nelle fasi più delicate. Storie che ancora non sono entrate nell'ordinario di fronte a un numero di denunce sicuramente cresciuto ma molto basso rispetto al fenomeno che riguarda le zone più ricche del paese, ovvero dove girano i soldi fiutati dalle mafie.

Il quartiere Ponticelli conosce diverse forme criminali, alcune di stampo camorristico: i clan gestiscono le piazze di spaccio delle sostanze stupefacenti e controllano varie forme criminali, come la vendita di prodotti illeciti. Dove non si registra la richiesta del «pizzo», ad esempio, si praticano la vendita di shopper illegali o altri servizi utili ai commercianti. Non sono mancate, in ogni caso, le richieste di denaro ai commercianti, come quelli della zona in cui è stata svolta l'iniziativa di oggi.


Alla passeggiata era presente il vice questore Riccardo Di Vittorio, dirigente del commissariato di Polizia di Stato di Ponticelli, insieme ai suoi operatori. Hanno partecipato anche il tenente colonnello Giuseppe Costa del comando provinciale dei Carabinieri di Napoli e il tenente Luca Battistella in rappresentanza della compagnia di Poggioreale. Non sono mancati diversi esponenti delle realtà associative di Ponticelli e altri esponenti della FAI che ieri hanno visitato i commercianti del rione Sanità, nel cuore di Napoli, e stasera quelli di Secondigliano. Giovedì 12 dicembre al MAV di Ercolano si terrà il convegno «I processi dell'antiracket» durante il quale saranno presentati i dati relativi alle costituzioni di parte civile delle associazioni della FAI in Campania e sarà l'occasione per riflettere sul lavoro fatto e su quanto ancora necessario al contrasto della camorra. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino