«Porto di Napoli bomba ecologica», ma resta fermo il piano per le banchine elettriche

L'importo complessivo della prima fase dell'intervento ammonta a circa 30 milioni di euro

Il nuovo sottopasso del molo Beverello

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Banchine elettrificate. Altre soluzioni non esistono se si vuole diminuire l'inquinamento del porto di Napoli. Con il Pnrr si avvia il primo step per arrivare a far agganciare le navi ferme alla rete elettrica. Ma per arrivare alla soluzione definitiva del problema occorrono altri investimenti soprattutto nella produzione di energia. «Vogliamo tendere alle zero emissioni - dice il presidente dell'Adsp del mare Tirreno centrale, Andrea Annunziata - ma per arrivare a questo risultato dobbiamo riuscire a produrre energia pulita con i pannelli solari. L'elettrificazione delle banchine sposta solo il problema in un'altra parte del territorio, dove si produce energia elettrica con i metodi tradizionali». Andrea Annunziata, comunque, ci tiene anche a tranquillizzare i cittadini napoletani. «Non vogliamo smentire nessuno - dice, riferendosi all'allarme lanciato dall'esperto tedesco Axel Friedrich - ma a noi non ci risulta nessun dato allarmante. Le centraline Arpac situate nella zona di confine tra il porto e la città non hanno segnalato nessun valore critico. Anzi. Registriamo continui miglioramenti grazie agli armatori di grandi compagnie che stanno introducendo costantemente uso di carburanti poco inquinanti sulle loro navi». 

Sono proprio le centraline Arpac che potrebbero dettare l'assunzione di provvedimenti in caso di sforamenti. «Il monitoraggio è continuo - aggiunge Annunziata - e siamo abbondantemente nel limiti. D'altro canto c'è anche il confronto con il 2019 che rassicura. I traffici di quest'anno, fino ad oggi, sono identici a quelli del 2019 quando neanche ci furono sforamenti. Aumenteranno da settembre in avanti e proprio per questo abbiamo già chiesto all'Arpac di intensificare i controlli». Ma torniamo al l'elettrificazione, al traguardo che il porto di Napoli vuole centrare al più presto. Innanzitutto bisogna dire che la progettazione è rientrata nell'Accordo Quadro aggiudicato per l'affidamento servizi di ingegneria. Si tratta di un contratto stipulato a gennaio di quest'anno con Rtp Dba Pro. Spa - Galileo Engineering Srl - S.J.S. Engineering Srl. Da questo accordo è derivato l'ordine di febbraio scorso per la redazione della Progettazione di fattibilità tecnica economica e definitiva dei lavori. Il progetto oltre a prevedere la realizzazione delle opere civili attiene anche alla fornitura degli apparati elettromeccanici e riguarda anche la Cabina di ricezione e Smistamento, oltre che la fornitura dell'energia elettrica necessaria. «In questo ambito - sottolinea Annunziata - è per noi necessaria la piena cooperazione di più enti, in particolare con Terna ed E-distribuzione. Nell'ambito delle risorse disponibili, è stata data priorità all'elettrificazione delle banchine del molo Angioino, dedicate all'ormeggio delle navi da crociera mentre, in una seconda fase si procederà alla relativa realizzazione dell'impianto per le altre aree del porto». 

L'importo complessivo della prima fase dell'intervento ammonta a circa 30 milioni di euro, finanziati con i fondi del decreto del ministero delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili nel programma di interventi infrastrutturali in ambito portuale sinergici e complementari al Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. «Per il completare le opere - aggiunge il presidente dell'Adsp - stiamo procedendo all'affidamento del progetto di completamento di elettrificazione delle banchine, programma Cold Ironing, ma è necessario un finanziamento di 70 milioni di euro che è stato richiesto al ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti sul capitolo REPowerEU. Bisogna anche tener presente che la gara dell'Accordo Quadro oltre a riferirsi alla realizzazione dei lavori di elettrificazione già finanziati, prevede anche la possibilità di affidare i lavori di completamento in modo da procedere il più celermente possibile». E i tempi? Quando le navi potranno spegnere i motori e allacciarsi alle prese elettriche? «Stiamo correndo anche se, ripeto, per dare un reale contributo all'ambiente dobbiamo diventare produttori di energia pulita. I tetti del porto sono tanti, la collaborazione della Soprintendenza su questa strada è più che mai essenziale. Dobbiamo arrivare alle emissioni zero, al percorso devono collaborare tutti. Abbiamo già iniziato a Salerno, entro la fine di quest'anno produrremo energia ricavata dalle onde del mare di cui beneficerà tutto il quartiere porto. Un piccolo passo, con il fotovoltaico possiamo svoltare veramente». 

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Il Mattino