Pini abbattuti a Posillipo, 500 firme in poche ore: «Restituiteci il verde»

Pini abbattuti a Posillipo, 500 firme in poche ore: «Restituiteci il verde»
Oltre cinquecento firme raccolte in viale Virgilio per il verde negato sulla collina di Posillipo. Altre 1500 persone hanno sottoscritto la petizione online. Si mobilitano le...

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Oltre cinquecento firme raccolte in viale Virgilio per il verde negato sulla collina di Posillipo. Altre 1500 persone hanno sottoscritto la petizione online. Si mobilitano le associazioni e la società civile: «Rivogliamo gli alberi a Posillipo». Nello scenario apocalittico di una zona considerata un tempo la cartolina bella della città, ieri mattina, l'associazione Gazebo verde ha organizzato una raccolta firme. Una petizione che sarà inoltrata al ministero dell'Ambiente e al ministero dei Beni culturali.


Dalle prime ore del mattino capannelli di cittadini si sono fermati in viale Virgilio 1 per sottoscrivere la petizione, con la quale l'associazione chiede un intervento urgente, organico e programmatico del Comune: «Stop agli interventi spot». «Dopo la quasi totale eliminazione degli alberi sulla collina di Posillipo - spiega Maria Teresa Ercolanese, presidente di Gazebo Verde - riteniamo sia essenziale ricreare il paesaggio e la natura. Chiediamo di conoscere programmi e tempi di interventi che assicurino il ripristino del patrimonio arboreo e l'estetica dei luoghi così com'è sempre stato nella storia della nostra città compresi parchi e giardini». Tra i firmatari anche alcuni turisti: una coppia di Bologna, una proveniente dall'Australia e una da New York. I due cittadini della «Grande mela» raccontano: «Abbiamo visto alcune foto di Posillipo e siamo venuti qui proprio per la natura, il verde, gli alberi e invece abbiamo trovato tutto raso al suolo».
 
Tra i firmatari anche Antonio Bassolino: «La parte finale di via Manzoni è impressionante. Sembra sia stata bombardata dall'alto, come in una guerra dice C'è poi il viale Virgilio, nelle condizioni che bene conosciamo, il parco che resta chiuso dopo più di due mesi, e via Tito Lucrezio Caro che è un colpo al cuore. Qualche giorno fa sono passato da lì e ho trovato una situazione desolante. C'era un gatto su un muretto, l'unica forma di vita in quella strada». Come in una formula non scritta nella quale dal degrado possa nascere soltanto altro degrado e abbandono. Bassolino ricorda anche l'iniziativa di una settimana fa, quando alcuni studenti e professori della facoltà di Architettura della Federico II, guidati dalla professoressa Emma Buondonno, si recarono all'esterno del parco Virgiliano per presentare alcuni progetti di riqualificazione ambientale: «Ho preso parte all'iniziativa degli studenti, così come ho deciso di andare a sottoscrivere la petizione. È bene che il tema sia stato sollevato dalla società civile, ma adesso tocca al Comune battere un colpo. In quella zona è oramai cambiato il paesaggio - rimarca l'ex sindaco di Napoli -, si è trasformato, dopo l'ecatombe di alberi. C'era una frase ripesa da un vecchio film di Arbore che diceva Che mi hai portato a fare sopra Posillipo se mi vuoi bene?. Oggi piuttosto direi Che mi hai portato a fare sopra Posillipo se mi vuoi bene? vista la tristezza del paesaggio. È evidente che ci voglia uno scatto, che in questi mesi, dalle istituzioni non mi pare ci sia stato. Piuttosto mi chiedo se qualcuno da Palazzo San Giacomo sia messo in contatto con queste associazioni scese in piazza; se siano stati fissati gli incontri chiesti; se qualcuno abbia chiamato la facoltà di Architettura, di Agraria per mettere insieme le migliori competenze?».
 

Mentre si raccolgono le firme c'è anche chi, come l'agronomo Giovanni Rodriguez, passando da via Manzoni, sia sul lato destro che sinistro, ha notato alcuni pini marittimi. «Avranno cinque anni, altri sette, forse dieci. Si può notare come i fusti presentino una inclinazione dai 20 ai 45 gradi, taluni con chioma sproporzionata rispetto al diametro del fusto. Piantati a poca distanza uno dall'altro, questo non permette agli alberi di crescere come dovrebbero». L'agronomo Rodriguez insiste: «Mi verrebbe da chiedere al Comune se ci sia un piano organico per la messa a dimora del verde in città, in quella che oggi ritengo una situazione grave e impresentabile. E non lo dico per fare polemiche sterili, ma per tentare tutti insieme di venire a capo di questa situazione». Leggi l'articolo completo su
Il Mattino