Palma Campania. La falda è inquinata, i rifiuti delle discariche chiuse quindici anni fa hanno contaminato il terreno e, in attesa di capirne di più, i contadini non...
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Palma Campania, cittadina a metà tra l'agro nolano e quello vesuviano. Coltivazioni di nocciole, ma anche di pomodori, insalata e patate. Un nuovo incubo per migliaia di cittadini. È, in realtà, un incubo che ritorna: quello delle discariche ai confini con San Gennaro Vesuviano, la Pirucchi e la Iovino. La prima a gestione pubblica, la seconda privata. Funzionanti negli anni '80 e 90, furono riaperte nel corso di una delle tante emergenze rifiuti in Campania nel 1996, per essere poi definitivamente chiuse nel 2001, dopo giorni di proteste e di scontri. Secondo i dati Sapna - la società della Provincia di Napoli che si occupa di gestione integrata dei rifiuti - soltanto nella Pirucchi furono sversate 880mila tonnellate di immondizia, prima dei lavori di messa in sicurezza e di sistemazione finale. Ma adesso, a quindici anni dalla chiusura, torna l'allarme: a luglio la Sapna ha trasmesso un documento al Comune con l'analisi dei pozzi spia intorno alle discarica Pirucchi, che delle due è quella che viene periodicamente monitorata. Moltissimi i valori fuori norma: nichel, fluoruri, arsenico, ferro e manganese. «La presenza di metalli nell'acqua può causare effetti a lungo termine sulla salute. Non tanto il ferro, ma i fluoruri possono portare problemi alle ossa e il manganese al sistema nervoso. Ovviamente parliamo in linea teorica, non conosco nei dettagli il caso di Palma Campania», spiega Maria Triassi, Direttore del Dipartimento Universitario di Sanità Pubblica della Federico II.
Un'estate di polemiche, le ormai consuete paure sul legame tra patologie tumorali e rifiuti. Poi la decisione del sindaco Carbone: stop alle irrigazioni dei campi con l'acqua presa dai pozzi di tutto il territorio comunale. Un'ordinanza che è impossibile far rispettare. Impensabile controllare tutti gli appezzamenti di terra e tutti i contadini per verificare che non prendano acqua dai pozzi. Ed è quasi assurdo ipotizzare che, anche volendo, possano rispettarla: dovrebbero allacciarsi all'acquedotto o portare le autocisterne in campagna. «Con l'ordinanza abbiamo voluto dare un segnale - spiega il primo cittadino - una risposta immediata. Certo che farla rispettare è difficile, se non impossibile: abbiamo pochi mezzi e pochi uomini, non è possibile perlustrare l'intero territorio. Ma noi ci aspettiamo soluzioni immediate al tavolo tecnico convocato l'8 settembre con Sapna, Arpac e Regione Campania».
Intanto, però, il timore di una nuova bomba ecologica serpeggia non solo a Palma Campania, ma anche tra i Comuni limitrofi. Nella sua ordinanza Carbone fa esplicito riferimento anche a Striano, Poggiomarino, San Gennaro Vesuviano, San Giuseppe Vesuviano, tutti informati del divieto. E a Striano, proprio ieri mattina del caso di è occupato l'ufficio tecnico del Comune, allertato da politici e cittadini: «Stiamo pensando di rivolgersi alle università di Salerno e Napoli per chiedere di fare ulteriori analisi, sulla vicenda c'è la massima attenzione». Antonio Limone, direttore dell'Istituto zooprofilattico sperimentale del Mezzogiorno, con sede a Portici, chiarisce: «Al contrario degli uomini, le piante hanno la straordinaria capacità di proteggersi, selezionare dall'acqua i materiali dannosi e respingerli. Ovviamente si tratta di un discorso generale, nel caso di Palma Campania bisogna capire quanto è elevata la contaminazione, ma è opportuno sottolineare che l'irrigazione con acqua non pulitissima non comporta in maniera automatica danni alla produzione agricola». Torna, dunque, la questione dell'ordinanza: è stata inutile? Viene rispettata? Limone chiarisce: «Il problema sono soprattutto i pozzi abusivi, che non vengono controllati e prendono soprattutto l'acqua in superficie, la più pericolosa». I contadini, intanto, sembrano cadere dalle nuvole: «Come si fa a portarsi l'acqua da casa? L'agricoltura è già in crisi, non usare i pozzi sarebbe costoso e assurdo». Leggi l'articolo completo su
Il Mattino