Pozzuoli, durante i lavori spuntano i resti della villa di Cicerone

Pozzuoli, durante i lavori spuntano i resti della villa di Cicerone
«Poco appresso a mezzo miglio distante da Pozzuoli, incontrammo a destra sopra una collinetta molte ruine di fabbriche laterizie e pietre dure, dove si osservava una stanza...

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«Poco appresso a mezzo miglio distante da Pozzuoli, incontrammo a destra sopra una collinetta molte ruine di fabbriche laterizie e pietre dure, dove si osservava una stanza intera con la volta, ed alcuni avanzi di portico. Qui era veramente una delle celebri case  di Cicerone con magnifica villa, e boschetto, che consolava quel genio immortale…». Così descriveva nel 1786, l'abate Pasquale Panvini nel “Il forestiere alle antichità e curiosità naturali di Pozzuoli, Cuma, Baja e Miseno in tre giornate” una guida particolareggiata dei Campi Flegrei, utilissima per riscoprire  tesori archeologici andati perduti, come gli avanzi della celebre villa di Cicerone a Pozzuoli.


In questi giorni, grazie ad un’ampia opera di pulizia e consolidamento del costone della Starza a Pozzuoli, alcuni di questi ruderi, ascrivibili alla parte alta della villa, sono rinvenuti nuovamente alla luce, liberati da rovi e arbusti e dall’oblio della storia.
 
Sul caso abbiamo raccolto il commento di Giuseppe Peluso, blogger e conoscitore di storia locale: «Fino a metà degli anni sessanta i ruderi erano  abitati dalla Famiglia Gemelli affittuaria per conto del principe Caracciolo, ancora oggi proprietario di questo territorio e della vicina Villa Cordiglia, poi sono stati abbandonati, ricoperti per decenni dalla vegetazione. In zona, ed anche in qualche testo, tali ruderi sono appellati come “Villa di Cicerone”; andando così ad affollare le presunte ville del grande autore romano che comunque aveva in zona».


Esponente di un'agiata famiglia dell'ordine equestre, Cicerone fu una delle figure più rilevanti di tutta l'antichità romana. Famosa la sua residenza puteolana, che lui stesso chiamava Accademia sul modello di quella più celebre che Platone aveva fondato ad Atene. Qui egli amava invitare gli amici per discutere di politica, filosofia o dedicarsi all’otium letterario. Dalle fonti storiche sappiamo che successivamente nella villa appartenuta a Cicerone fu sepolto l’imperatore Adriano deceduto a Baia nel 138 d.C. poi trasferito a Roma nel mausoleo a lui dedicato, oggi castel sant’Angelo. Sul luogo della sua prima sepoltura, fu eretto, dal successore Antonino Pio, lo stadio omonimo,  a ricordo del defunto Imperatore e della sua passione per i giochi filoellenici.               Leggi l'articolo completo su
Il Mattino