POZZUOLI. Sparatorie, pestaggi, minacce di morte e un fiume di denaro ottenuto con il racket e investito nel mercato della droga. A finire sotto lo scacco del clan...
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Nei confronti di altri nove indagati il gip Vincenzo Alabiso ha disposto la misura cautelare dell'obbligo di firma, mentre altre 31 persone sono state indagate a piede libero. Ipotesi accusatorie che vanno, a vario titolo, dall'estorsione allo spaccio di droga, dalle lesioni personali alle minacce. Tutto aggravato dal metodo mafioso. E dalle accuse della Dda emerge un quadro a tinte fosche della zona tra Pozzuoli, Quarto e Giugliano. Sulla litoranea, dal lungomare di via Napoli alla costa di Licola, gli emissari del clan andavano a battere cassa imponendo il pizzo a bar, ristoranti, chalet, lidi e campeggi. A Quarto, invece, venivano taglieggiati commercianti e imprenditori edili e veniva deportato chi si rifiutava di pagare: caricati in macchina con la forza, chi non pagava il pizzo veniva portato sulla «montagna di Quarto», zona ai confini con Marano, e pestato a sangue. Lontano da occhi e orecchie indiscrete. Lo raccontano diversi ex affiliati di spicco del sodalizio, oggi diventati collaboratori di giustizia.
Nei verbali degli interrogatori, resi ai pm dell'Antimafia in località protette e nelle carceri di mezza Italia, i collaboratori hanno raccontato la genesi di molti atti intimidatori che si sono verificati negli ultimi anni. La riorganizzazione del clan inizia, secondo i pm, nel 2010: all'indomani degli 86 arresti dell'operazione anticamorra «Penelope», le redini criminali sarebbero state prese dai fratelli Ferro. Con loro passano anche gli ex affiliati della cosca Pagliuca, ma nel 2013 viene scarcerato il presunto capocosca Nicola Palumbo, che insieme con Alessandro Iannone avrebbe gestito le estorsioni, lasciando al gruppo dei Ferro lo spaccio di droga. Il core-business della camorra puteolana sono le piazze di spaccio al Lotto 5 e 9 di Monterusciello e nei 600 Alloggi del rione Toiano: marijuana e hashish, arrivata dalla Spagna e finanziata dalle estorsioni fatte da Palumbo. Anche i mercatini rionali finiscono nel mirino del pizzo, come i parcheggi e le panetterie. Ma gli equilibri criminali sono precari e nel 2014 la pax camorristica si rompe con Napoleone Del Sole, oggi collaboratore di giustizia, che decide di staccarsi da Palumbo e mettersi in proprio. Una egemonia contrastata dai fratelli Ferro e dai figli di Gaetano Beneduce, tutti finiti in manette nel blitz di ieri. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino