Pozzuoli. Un Natale speciale per i più bisognosi alla mensa dei poveri di San Gennaro

Pozzuoli. Un Natale speciale per i più bisognosi alla mensa dei poveri di San Gennaro
POZZUOLI. Sono quasi trent'anni che alla mensa dei poveri dei frati cappuccini del Convento di San Gennaro alla Solfatara viene dato un pasto caldo a più bisognosi....

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POZZUOLI. Sono quasi trent'anni che alla mensa dei poveri dei frati cappuccini del Convento di San Gennaro alla Solfatara viene dato un pasto caldo a più bisognosi. Anche ieri per il pranzo di Natale, grazie al nutrito gruppo di volontari, la mensa diretta da fra Cicero Dias Sanpaio ha donato il suo sostegno a 115 persone. Centoquindici storie, donne e uomini dignitosi, destini bizzarri, italiani e stranieri accolte in mensa per un pranzo speciale. Nei giorni scorsi in occasione dell'open day natalizio la scuola dell'infanzia "Rodari" e "Falcone" del secondo Circolo didattico di Quarto ha promosso un'iniziativa di solidarietà a favore della mensa dei poveri di San Gennaro. I piccoli alunni, infatti, hanno donato piatti, bicchieri, posate e tovaglioli per preparare la tavola agli ospiti bisognosi.  "Rivolgiamo un pensiero ai tanti che non hanno la stessa possibilità di un pasto caldo, ai bambini vittime di violenza e guerre e ai vecchi soli - ha detto fra Cicero -. Facciamo sì che non resti peró un giorno isolato". 


La mensa dei poveri è stata voluta in principio da Padre Camillo Martone allo scopo di istituire a San Gennaro una mensa che potesse accogliere gli indigenti e i derelitti. Era il maggio del 1985, esattamente 30 anni dopo la "mensa dei poveri" è ancora lì, un avamposto di carità e misericordia per un territorio sempre più vasto e per un'utenza sempre più eterogenea. E già perchè nel frattempo è cambiata Pozzuoli, sono cambiati i flussi migratori, è cambiato il mondo intero. E' cambiato anche il responsabile superiore del Convento: Fra' Cicero Dias Sampaio, brasiliano, guida una nutrita truppa di volontari in una missione sempre più complessa, tesa a mettere in tavola dai 60 agli 80 pasti caldi al giorno sei giorni alla settimana. Un'impresa vera e propria viste le difficoltà e i tempi che corrono: "prima era più semplice" - raccontano i primi volontari - "oggi la crisi ha inevitabilmente complicato le cose anche per noi". Sono circa 30 i volontari che si alternano in cucina e ai tavoli, in media 5 al giorno che collaborano con lo chef Omar, algerino trapiantato in Italia ormai da 23 anni. Altri quando possono aiutano con la spesa, altri ancora, come ad esempio degli americani di stanza alla base Nato di Gricignano, si sono offerti di lavorare in giardino ma non mancano di arricchire la dispensa. Una vera e propria rete solidale, che mira a coinvolgere sempre più persone.  Leggi l'articolo completo su
Il Mattino