«Il livello di corruzione all’interno della politica è ancora molto alto» perché «Le mafie sono ancora forti malgrado le...
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«II fenomeno criminale si contrasta se si conosce bene e il contribuito di Amato Lamberti è un contributo significativo alla sconfitta delle mafie». Franco Roberti parla di obiettivi concreti che si devono perseguire «con un nuovo codice antimafia ma soprattutto con la consapevolezza che la corruzione è lo strumento mafioso – spiega – Oggi attraverso la figura dei ‘facilitatori’, la chiave di volta per entrare nei meccanismi della pubblica amministrazione perché sono dotati di conoscenze ed esperienza, la corruzione resta un male ancora forte».
«Il cancro della politica è proprio l’infiltrazione - afferma de Magistris – la vera questione nazionale è l’infiltrazione delle mafie nella politica e nelle istituzioni. Quando entri dentro non è facile rimanere autonomi da quel sistema e loro certamente non si palesano. Ma si presentano con i colletti bianchi. I figli dei clan studiano nelle università prestigiose, ci sono commercialisti avvocati e stanno nello Stato, si comportano come noi. Occorre quindi mantenere un livello di autonomia importante e intanto lo stato lascia un po’ troppo soli chi vuole andare fino in fondo».
L’obiettivo quindi è intervenire sulle nuove generazioni che devono entrare a far parte della classe dirigente seguendo l’esempio di Amato Lamberti, «Un sociologo capace di comprendere le correlazioni che occorrono per individuare il fenomeno mafioso». E sulla base dell'esperienza offerta da Amato Lamberti, i due vincitori del Premio a lui dedicato, hanno messo in evidenza proprio la conoscenza del fenomeno collusivo. Due i premi assegnati: Giuseppe Malgeri, un giovane proveniente dalla Locride che si è laureato all'università La Sapienza di Roma ha vinto con un lavoro sugli strumenti amministrativi di prevenzione delle infiltrazioni mafiose negli appalti pubblici. Ricostruendo un rapporto tra mafia e appalti pubblici indicando come i profitti siano la parte più significativa. Per il dottorato di ricerca, invece è stato premiato il neo magistrato Alessandro Quattrocchi con una tesi in scienze giuridiche elaborata all'Università di Messina sul diritto della prevenzione e la tutela dei diritti fondamentali nell'ambito dei beni confiscati. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino