Pozzuoli, arrestati due esattori del racket: in Comune la spia sui cantieri

Boss e complice bloccavano lavori pubblici e privati

Presi due esattori del racket, in Comune la spia sui cantieri
La longa manus della camorra aveva interessi anche sui bonus facciate. Nel mirino erano finiti piccoli cantieri edili, lavori alle palazzine private che usufruivano delle...

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La longa manus della camorra aveva interessi anche sui bonus facciate. Nel mirino erano finiti piccoli cantieri edili, lavori alle palazzine private che usufruivano delle agevolazioni dello Stato per i lavori di efficientamento termico. Chi effettuava i lavori doveva pagare il pizzo, gli imprenditori dovevano portare i soldi al clan altrimenti, in caso contrario, le bombe avrebbero fatto il danno dando l'esempio anche agli altri.

«Dobbiamo iniziare a fermare i cantieri» era stato il diktat di uno degli uomini del nuovo clan di Monterusciello che per compiere le estorsioni aveva chiesto aiuto a Giovanni Illiano, 52 anni, detto giuvanniello o fasulillo nuovo boss del quartiere nonché storico affiliato al cartello dei Beneduce. Il tutto sarebbe avvenuto con la sospetta complicità da parte di un dipendente del comune di Pozzuoli (che non risulta indagato) il quale faceva da sponda fornendo informazioni sulle ditte aggiudicatarie degli appalti e stabilendo contatti con gli imprenditori.

Illiano è stato arrestato ieri mattina dai carabinieri della sezione operativa della Compagnia di Pozzuoli in seguito a un ordine di carcerazione emesso dal Gip di Napoli, Marcello De Chiara, per il reato di tentata estorsione aggravato dal metodo mafioso. Stessa misura è stata applicata anche nei confronti di Luigi Sannino, 24 anni, nuovo pentito di camorra arrestato ad ottobre scorso insieme ad altri tre componenti della banda delle Reginelle. 

Le indagini, coordinate dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli, hanno portato a chiudere il cerchio attorno a Illiano e Sannino accusati di estorsione ai danni di un imprenditore impegnato in lavori con bonus 110 in un condominio privato all'interno di una cooperativa a Monterusciello. Per ben quattro volte, tra settembre e ottobre 2022, uomini del clan avrebbero avvicinato e minacciato prima gli operai e poi il responsabile tecnico. 

La prima avvisaglia era arrivata appena un mese dopo l'inizio dei lavori nel condominio, quando un uomo con passamontagna e simulando di avere una pistola, intimava agli operai di fermare i lavori invitandoli a dire al loro mastro che doveva andare dagli amici di Monterusciello. Modus operandi che sarebbe andato in scena anche in altri cantieri della città, finiti nel mirino della banda: tra questi anche i lavori a una palazzina al parco Bognar di Pozzuoli e a un edificio nei pressi della villa Avellino.

Organizzatore ed esecutore delle richieste di pizzo sarebbe stato proprio Giovanni Illiano, che in un'occasione, davanti al responsabile del cantiere, fece leva sui i legami che aveva con la mala casertana e con il clan dei Casalesi. Fondamentali per chiudere il cerchio intorno alla banda è stata la denuncia della vittima e le deposizioni di Luigi Sannino, il cui status di pentito è ancora sub iudice visto che non sono trascorsi ancora i canonici 180 giorni dall'inizio della collaborazione.
 

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Il Mattino