Primarie a Napoli, Pd diviso: pronti altri candidati

Primarie a Napoli, Pd diviso: pronti altri candidati
Il silenzio prima della trattativa finale: che Valeria Valente sarà la candidata sostenuta da gran parte del partito democratico nessun dubbio, che la deputata non sia la...

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Il silenzio prima della trattativa finale: che Valeria Valente sarà la candidata sostenuta da gran parte del partito democratico nessun dubbio, che la deputata non sia la più gradita all'anima renziana dei dem napoletani neppure. Tuttavia i malumori ancora non si placano. E Mario Casillo e Raffaele Topo arrivano oggi a Roma per ottenere da Lorenzo Guerini e Luca Lotti non contropartite ma almeno garanzie: che l'attuale maggioranza mantenga il controllo del partito campano, che nelle future nomine di Governo e del Pd nazionale ci sarà attenzione a questa area, che l'impegno a sostenere la giovane avvocato napoletana sia ricompensato in futuro con «un'attenzione» nel momento di comporre le liste per il Parlamento.


Intanto Umberto Ranieri potrebbe scendere in campo per alle primarie lanciando un proclama agli «elettori del centrosinistra delusi». E il gruppo di minoranza di sinistra di Area riformista presenterà oggi il proprio candidato alle consultazioni, probabilmente Toti Lange.I numeriI renziani formano una maggioranza composita ma numericamente solida. La minoranza di Area riformista si attesta intorno al 30-35%. I rapporti di forza interni ai renziani, invece, sono molto più difficili da definire. Il gruppo preponderante è quello che fa capo ai supervotati consiglieri regionali Mario Casillo e Lello Topo, con il primo, dell'area Lotti, che è diventato una sorta di portavoce della maggioranza. Topo, che fa riferimento al vicesegretario Guerini, è più forte in provincia di Napoli. C'è poi l'area Franceschini di Tonino Amato e Teresa Armato. E la corrente di Pittella con Leonardo Impegno ma anche Emilio Di Marzio. Tutte queste componenti, per ragioni diverse, sono state choccate dalla scelta di Valeria Valente.I «mal di pancia» sono nati prima di tutto perché era stato raggiunto un accordo interno: su iniziativa di Di Marzio, subito fatta propria da Vincenzo De Luca, il partito aveva trovato l'unità anche con la minoranza sul presidente dell'Ice Riccardo Monti. Sembrava fatta, invece, da un lato per l'intesa Renzi-Orfini su Roma e Milano, dall'altro per le caratteristiche di Valeria Valente (una donna, giovane, passata dai movimenti studenteschi alle esperienze istituzionali, un avvocato grintosa e impegnata sui diritti femminili) è stata prescelta la deputata. L'irritazione nella maggioranza del partito napoletano è cresciuta con il rimpasto di Governo di giovedì scorso, con la nomina a sottosegretari di Enzo Amendola agli Esteri e Gennaro Migliore alla Giustizia: due renziani, sì, ma dell'ultima ora. Inoltre per la base democristiana e popolare due ex nemici comunisti o post-comunisti. La frase più ripetuta a caldo è stata: «Noi vinciamo i congressi e le elezioni regionali, e i riconoscimenti vanno ad altri: che depressione».La presceltaValeria Valente è un esponente politico aspro. Le sue polemiche sulla composizione a dicembre della nuova segreteria regionale sono state durissime. Inoltre è nata politicamente con Bassolino. Il timore della maggioranza è che se vince la deputata i bassoliniani utilizzino metodi già sperimentati per «occupare» il partito. Timori condivisi anche dalla base degli uomini di Pittella. Tuttavia i malumori della prima sono stati superati. Tutti però chiedono garanzie.

Ecco perché oggi Casillo e Topo saranno a Roma per ottenere impegni dal Nazareno: mantenere gli attuali equilibri nel Pd, un posto nella segreteria nazionale (che verrà accordato), una maggiore attenzione in nuove nomine nel Governo. Per domani dovrebbe arrivare il sostegno ufficiale dei renziani a Valente. Che ieri ha già incassato l'appoggio di Leonardo Impegno: «Ho sempre sostenuto che fosse necessaria per Napoli una svolta non solo politica, ma anche generazionale - dice il parlamentare - il nome di Valeria Valente può rappresentarle entrambe. Buttiamoci quindi dietro alle spalle liti, contrasti storici e invidie e lavoriamo per dare un volto nuovo a Napoli. Non è più il tempo delle divisioni. Ho detto sì a Valente perché Valeria ha la giusta esperienza politica e le capacità amministrative adatte per fare il sindaco e perché finalmente possiamo dire basta alle contrapposizioni fra bassoliniani e antibassoliniani, ingraiani e miglioristi, ex Margherita ed ex Ds». La minoranza«Rispetto Valeria Valente e il suo lavoro, ma non la sostengo alle primarie - la dichiarazione di Roberto Speranza di Area riformista - Le primarie sono uno strumento che dà la parola ai cittadini, questo vuol dire che alla fine il vincitore avrà il sostegno incondizionato di tutto il partito. Ho grande stima per Bassolino ma decidono i cittadini».

La componente, che a Napoli si riconosce nel consigliere regionale Gianluca Daniele, si riunisce oggi con lo stesso Speranza e Epifani per decidere insieme che fare, ma è certo che presenterà un proprio candidato alle primarie, probabilmente sarà Toti Lange, vicesegretario provinciale del Pd, anche se fino a dieci giorni fa sembrava che il candidato di area alle primarie, in mancanza di un accordo unitario, dovesse essere lo stesso Daniele.


Intanto Umberto Ranieri oggi riunisce un'altra area ostile a Valente con una precisa linea: «Una dissennata linea di chiusura sembra avere avuto il sopravvento nel Pd con il prevalere di calcoli di potere di gruppi interni. Chiediamo agli elettori del centro sinistra e agli scritti al Pd di non arrendersi». Sembra il preludio di una candidatura di Ranieri alle primarie, anche se finora l'ex sottosegretario sembra che abbia raggiunto solo 200 delle 550 firme necessarie per presentarsi alle consultazioni. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino