Primo Maggio Napoli, vernice rossa contro Confindustria: «Basta morti sul lavoro»

Mille tra studenti, precari e disoccupati hanno sfilato oggi lungo il centro del capoluogo campano, sfidando i divieti della Questura

Vernice rossa contro Palazzo Partanna e presidio in piazza dei Martiri, all’esterno dell'Unione degli industriali di Napoli, con finte bare di legno per ricordare la...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
99,98€
40€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA FLASH
ANNUALE
49,99€
19€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
 
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
SCEGLI ORA

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
SCEGLI ORA
 
ANNUALE
49,99€
11,99€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
2 ANNI
99,98€
29€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 3 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno

Vernice rossa contro Palazzo Partanna e presidio in piazza dei Martiri, all’esterno dell'Unione degli industriali di Napoli, con finte bare di legno per ricordare la strage quotidiana delle morti sul lavoro.

È terminato così il lungo e partecipato corteo promosso da Si Cobas Lavoratori Autorganizzati, Laboratorio Politico Iskra e Movimento di Lotta “Disoccupati 7 Novembre". In occasione della festa dei lavoratori circa mille tra studenti, precari e disoccupati hanno sfilato oggi lungo il centro del capoluogo campano, sfidando i divieti della Questura partenopea che non aveva autorizzato il corteo.

La marcia è partita in mattinata dalla centralissima piazza del Gesù, passando prima per Santa Lucia e poi lungo via Chiatamone. «Non abbiamo nulla da festeggiare» l’urlo dei manifestanti scesi in piazza con i tradizionali caschetti gialli da cantiere.  «Carovita, sfruttamento, disoccupazione, genocidio e repressione. Contro il governo delle guerre» è il testo che compare sullo striscione portato alla testa del corteo. Prima dell’arrivo davanti all’ingresso di Confindustria, gli attivisti hanno effettuato anche una breve sosta dinanzi la Questura di Napoli dove sono stati accesi fumogeni colorati e fuochi d’artificio scandendo cori contro la repressione delle forze dell’ordine.

«Oggi siamo in piazza per ricordare che il primo maggio non è una ricorrenza - spiega Eduardo Sorge, portavoce del movimento 7 novembre - siamo in piazza contro i sindacati come Cgil, Cisl e Uil che hanno tradito le ragioni dei lavoratori. Contro l’economia di guerra che ha una conseguenza diretta sulle condizioni di lavoro che ogni giorno si trasformano sempre più in salari da fame con i beni di prima necessità che continuano ad aumentare. Tutto questo mentre si continua a tagliare in sanità e scuola pubblica».

A chiudere la manifestazione, difatti, sono stati proprio gli studenti con un flash-mob contro l’alternanza scuola lavoro, messo in atto ai piedi della statua dei quattro leoni di piazza dei Martiri. «L’alternanza scuola lavoro è un progetto criminale che vuole abituare studenti e studentesse al precariato ancor prima di entrare nel mondo del lavoro – chiarisce Ottavia Matichecchia del Coordinamento studentesco Kaos – per noi tutto ciò è inaccettabile: dopo tre ragazzi morti nulla è cambiato. Non smetteremo mai di ricordare e chiedere giustizia per Lorenzo, Giuseppe e Giuliano, ragazzi come noi che potevano essere nostri compagni di scuola».

Leggi l'articolo completo su
Il Mattino