«Bonifiche mai fatte a Bagnoli», condannati tecnici e dirigenti: sedici anni di carcere

«Bonifiche mai fatte a Bagnoli», condannati tecnici e dirigenti: sedici anni di carcere
​Bonifica di Bagnoli: c'è la sentenza. I giudici della sesta penale de Tribunale di Napoli (presidente Sergio Aliperti) hanno condannato sei degli imputati...

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​Bonifica di Bagnoli: c'è la sentenza. I giudici della sesta penale de Tribunale di Napoli (presidente Sergio Aliperti) hanno condannato sei degli imputati accusati della mancata bonifica dell’ex Italsider e del disastro ambientale consumato negli anni della riqualificazione dell’area un tempo occupata dall’acciaieria.


Sedici gli anni di carcere comminati complessivamente con la sentenza di primo grado: quattro anni per Gianfranco Caligiuri, direttore tecnico di Bagnolifutura, vera e propria memoria storica della stu, già a partire dagli anni Novanta; due anni per l’ex direttore generale di Bagnolifutura Mario Hubler, subentrato nel 2007; tre anni per Sabatino Santangelo, ex presidente di Bagnolifutura e vicesindaco di Napoli, al quale viene contestato dalla Procura il suo ruolo nel portare avanti progetti e varianti; due anni e sei mesi per l’ex direttore generale del ministero dell’Ambiente Gianfranco Mascazzini, che avrebbe avallato cambi di destinazione in corso d’opera; due anni per Giuseppe Pulli, coordinatore del dipartimento ambiente del Comune di Napoli; tre anni per Alfonso De Nardo, dirigente Arpac. 

Assolta Maria Teresa Celano, dirigente area ambiente della Provincia di Napoli, difesa dai penalisti Luca Bancale e Alfonso Furgiuele. Tra gli assolti anche Maria Palumbo, direttore generale del centro campano tecnologia e ambiente; Rocco Papa, vicesindaco ed ex presidente Bagnolifutura; Carlo Borgomeo, ex direttore Bagnolifutura; e i tecnici e responsabili di laboratorio Daniela Cavaliere, Gaetano Cortellessa, Federica Caligiuri, Antonio Ambretti. 

Disposto il dissequestro delle aree ancora sotto sequestro. In aula esposto uno striscione per i residenti ri Bagnoli. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino