Angelo Brancaccio chiude il triangolo. E lo fa poco prima di Natale, dinanzi ai pm del pool anticamorra, firmando accuse su fatti che risalgono a dieci anni prima: lui, Brancaccio...
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Ed ecco quella che, agli occhi degli inquirenti, è una conferma di indagini che puntano a fare chiarezza sul ruolo svolto dall'ex esponente della commissione parlamentare antimafia Lorenzo Diana, ritenuto per anni paladino della lotta alla camorra nel Casertano. Indagine condotta dal pool guidato dal procuratore aggiunto Giuseppe Borrelli e dai pm Alessandro D'Alessio, Catello Maresca e Maurizio Giordano, Diana è stato coinvolto in una tranche delle indagini sugli appalti nel casertano sull'onda d'urto delle accuse di alcuni pentiti. Si deve difendere dalle dichiarazioni dell'ex boss - oggi pentito - Antonio Iovine e anche dalle accuse di Orsi e Brancaccio. Assistito dal penalista napoletano Francesco Picca, Diana respinge le accuse e si dice pronto a dimostrare la correttezza della propria condotta, tanto da denunciare Orsi per le accuse verbalizzate finora. Anche rispetto ai recenti verbali, la difesa punta l'indice contro alcune divergenze tra il racconto di Orsi e quello messo nero su bianco dall'ex consigliere regionale. Ma in cosa consistono ora le dichiarazioni rese da Brancaccio? «Siamo a marzo del 2005 - dice oggi l'ex sindaco di Orta di Atella -, nei pressi di un bar di fronte casa di Diana, era un giorno festivo. Orsi mi chiese di portare una busta contenente dei soldi che io non contai, ma che lui mi disse essere 25mila euro destinati a sostenere non meglio indicate spese elettorali vecchie per Diana. Misi la busta all'interno di un mio borsello, lo portai a casa di Diana (che era in compagnia di un altro politico locale), io ero in compagnia di mia moglie. Mi appartai con Diana, andammo su una mansarda, all'interno del suo studio, aprii la busta che conteneva i soldi. In quella circostanza, fu lo stesso Diana a dirmi che si trattava di un contributo che avrebbe utilizzato per saldare un vecchio debito per spese sostenute per la precedente campagna elettorale a San Cipriano di Aversa, relativamente ad un pranzo fatto nel ristorante Il Tempio a Casapesenna, ed al compenso per il cantante napoletano Gigi Finizio (l'artista è ovviamente estraneo a questa vicenda, ndr)». Cadono gli «omissis» dall'interrogatorio di Orsi, oggi il quadro si arricchisce di nuove accuse. E sono sempre gli accertamenti dei carabinieri del Noe di Caserta a far emergere alti aspetti dell'attività politica condotta lo scorso decennio da Lorenzo Diana.
È il capitolo «elenco pratiche positive», che alluderebbe a presunte raccomandazioni o «interessamenti» dell'allora senatore in materia di appalti e finanziamenti pubblici.
Il Mattino