Processo Materazzo, l'ultimo strappo di Luca: revoca anche gli ultimi avvocati

Processo Materazzo, l'ultimo strappo di Luca: revoca anche gli ultimi avvocati
Fino alla fine, alla ricerca di una strategia che probabilmente neppure lui ha ben capito. Fino alla fine, alla ricerca di un...

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Fino alla fine, alla ricerca di una strategia che probabilmente neppure lui ha ben capito.


Fino alla fine, alla ricerca di un colpo di scena che lo tenga al centro dell’attenzione mediatica e - probabilmente - sia in grado anche di rendere meno drammatico possibile il rapporto con la sua coscienza, con il bagaglio di valori che gli sono stati impartiti in famiglia, ma anche con quel dover essere ora più che mai scisso dalla sua condizione di imputato. In sintesi, Luca Materazzo ha di nuovo revocato i suoi difensori. Ha mandato un telegramma dal carcere alla prima corte di assise, nel corso del quale ha informato i giudici della sua volontà di revocare gli avvocati Concetta Chiricone e Alessandro Motta, in vista dell’udienza di domani, giovedì mattina. Proprio domani infatti era prevista l’udienza interamente dedicata alla discussione in aula dei due avvocati di fiducia, per provare a replicare alla durissima richiesta di condanna all’ergastolo vibrata dal pm Francesca De Renzis, come responsabile unico dell’omicidio di Vittorio Materazzo, suo fratello.

E invece il nuovo colpo di scena è servito. Luca ha informato i giudici che attende ora la nomina di un avvocato di ufficio in vista di una nuova nomina di fiducia a chissà quale altro professionista napoletano.

Sorpresa e una buona dose di disincanto da parte dei due avvocati di fiducia che avevano accettato di difendere Luca dal delitto di viale maria cristina di Savoia. Spiega il penalista Motta: «Una notizia che ci coglie di sorpresa perché eravamo stanchi e motivati per lo studio delle carte processuali. Questa mattina eravamo pronti a discutere, dopo aver passato giornate a colloquio con L’imputato per studiare i punti cardine del processo. Stamattina eravamo pronti a discutere ma questa notizia ci umilia da un punto di vista professionale».


Che succede ora? Probabile che ci sia un ulteriore slittamento di date, in vista di una sentenza che attende la nuova definizione di un difensore di fiducia. Si andrà a maggio, sempre se il presidente della prima corte di assise - il giudice Provitera - non decida di far scattare una perizia psichiatrica per accertare la sua capacità di stare a processo. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino