La Procura di Napoli ha chiesto il rinvio a giudizio di 55 persone, tra cui l'ex parlamentare Italo Bocchino, l'ex governatore Stefano Caldoro, l'imprenditore...
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Tra i reati contestati, a vario titolo, corruzione e turbata libertà degli incanti, finalizzati all'assegnazione e aggiudicazione di appalti per servizi di pulizia di edifici pubblici.
L'udienza preliminare è stata fissata per il prossimo 6 dicembre alle 9.30 e si svolgerà davanti al gup Simona Cangiano.
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Ad Alfredo Romeo, al suo collaboratore Ivan Russo e all'ex parlamentare di An Italo Bocchino, i pm contestano l'associazione per delinquere finalizzata a delitti contro la pubblica amministrazione, alla corruzione e alla turbata libertà degli incanti in relazione all'assegnazione e aggiudicazione di appalti relativi ai servizi di pulizia di edifici e strutture pubbliche, ed altri servizi connessi con la formula del «global service», e alla gestione di patrimoni immobiliari di pubbliche amministrazioni. Romeo viene individuato dai pm napoletani come «promotore e organizzatore» dell'associazione, mentre Bocchino rivestirebbe il ruolo di «organizzatore con il compito di provvedere alla pianificazione e alla gestione dell'attività».
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Richiesto il rinvio a giudizio anche per Ciro Verdoliva, attuale direttore generale della Asl Napoli 1 Centro e, all'epoca dei fatti oggetto dell'indagine, direttore dell'Ufficio Economato dell'Azienda ospedaliera Cardarelli di Napoli, e per l'ex presidente della Regione Campania Stefano Caldoro, per il quale, come sottolineato dai suoi difensori, avvocati Alfonso Furgiuele e Fabio Carbonelli, «il pubblico ministero ha escluso definitivamente la configurabilità della corruzione e limitato l'accusa alla più lieve fattispecie del traffico di influenze, peraltro nella ancora più tenue formulazione originaria». Per i legali di Caldoro si tratta di «un primo importante passo per escludere ogni tipo di responsabilità. Ora che si è concluso il lavoro dell'accusa, dimostreremo davanti al gup che non vi è stato nulla di penalmente rilevante nella condotta del presidente Caldoro», concludono.
«La richiesta di rinvio a giudizio avanzata dalla Procura di Napoli è l'occasione per andare finalmente dinanzi a un giudice.
Il Mattino