Procida accoglie i primi migranti: «Benvenuto piccolo Ali»

Procida accoglie i primi migranti: «Benvenuto piccolo Ali»
L'Isola di Arturo spalanca le porte ai migranti. Apre il primo Sprar, Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati nel comune di Procida, il primo in Italia in...

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L'Isola di Arturo spalanca le porte ai migranti. Apre il primo Sprar, Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati nel comune di Procida, il primo in Italia in una piccola isola. La prima ad essere stata accolta è stata una nigeriana di 23 anni, con Ali, il suo bambino di pochi mesi. È sbarcata in Sicilia fuggendo dalle persecuzioni religiose nel suo Paese di origine. Poi è arrivata a Napoli dove a luglio ha partorito nell'ospedale di Pozzuoli, accolta a braccia tese da Less Impresa Sociale Onlus e dall'Associazione 3 febbraio. Oggi è tornata in mare, questa volta un mare amico, diretta a Procida per iniziare la sua nuova vita.


Alla donna è stato assegnato uno dei sette appartementi messi a disposizione sull'isola per i nuclei familiari di richiedenti e titolari di protezione internazionale. Il progetto prevede l’accoglienza di 34 beneficiari divisi in nuclei familiari, a gestirlo sarà Less Onlus, dal 2004 ente gestore dello Sprar di Napoli. Agli ospiti saranno offerti progetti personalizzati, oltre al vitto e all'alloggio, e percorsi di inserimento socio economico, orientamento e tutela legale. Non mancheranno iniziative di inclusione sociale e culturale. Il progetto di Accoglienza è stato implementato, in seguito all'aggiudicazione della gara, in concerto con l’amministrazione del Comune di Procida coniugando le Linee guida e gli standard dello Sprar con le caratteristiche e le peculiarità dell’isola di Arturo.

«Nel progetto procidano abbiamo fatto confluire le migliori competenze di LESS Impresa Sociale Onlus - spiega Omar Abdul Rahman, coordinatore del progetto - per ciascun accolto costruiremo programmi personalizzati per facilitare il percorso di integrazione nella comunità procidana. Per noi é fondamentale il piano umano. A supporto degli operatori di accoglienza, vi saranno le aree socio-sanitarie, legale, lavoro e integrazione. Queste tre aree seguiranno le famiglie accolte permettendo di superare le problematiche». Le famiglie verranno accolte negli appartamenti sparsi sul territorio isolano. L’obiettivo è evitare agglomerati ghettizanti, ma di dare la possibilità alle famiglie di condurre una vita normale e l’inserimento nella vita quotidiana della comunità.

La priorità? «La scuola, ovviamente – risponde Omar – l’apprendimento della lingua italiana è uno dei passaggi fondamentali per i nostri percorsi di accoglienza. Migliore sarà la conoscenza della lingua, prima si abbatteranno le barriere tra richiedenti asilo e nativi. Questa è la strada giusta per favorire il percorso verso la riconquista dell’autonomia per i richiedenti asilo. Per fortuna ci siamo resi conto che i procidani sono persone molto sensibili e accoglienti, merce rara in questi tempi e sono certo che le famiglie potranno finalmente sentirsi a casa dopo tante sofferenze». 


All’arrivo sull’isola la ragazza e il suo bambino sono stati accolti nell’ appartamento dai procidani con una grande festa. «Benvenuti nella nostra piccola comunità. Vogliamo darvi tutta la solidarietà, il calore e l'affetto affinchè vi sentiate subito a casa», c'è scritto sul biglietto coloato che i procidani hanno fatto trovare sul tavolo dell'appartamento. «Con una rappresentanza di un gruppo di volontari diamo il benvenuto al primo nucleo familiare del progetto – racconta raggiante Titta Lubrano, vicesindaco del Comune di Procida - Siamo certi che l’integrazione avverrà in maniera naturale grazie allo spirito accogliente che da sempre contraddistingue i cittadini procidani». Leggi l'articolo completo su
Il Mattino