GIUGLIANO - «Pronto nonna, sono Antonio. Aiutami sto male, ho avuto un incidente, ho bisogno di soldi». Esordiscono così, con una menzogna. All'altro capo...
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Solo in questi ultimi giorni a Giugliano ci sono stati ben tre casi distinti. Tutti in via Aniello Palumbo. E' probabile che la banda di malfattori per giorni abbia spiato le abitudini dei residenti della centralissima strada e che abbia spiato intere famiglie. In tutti i casi, almeno secondo le testimonianze, la truffa non è stata portata a termine, ma immediato è scattato l'allarme. L'asse viario, così come segnalano alcuni post sul social network Facebook, pare sia stata preso di mira da una banda di banditi senza scrupoli. Obiettivo dei malviventi non sono soltanto gli anziani ma anche le donne sole o temporaneamente senza compagnia. «È successo nel nostro palazzo oggi, a via Aniello Palumbo - scrive Serena sul gruppo Giuglianesi orgogliosi - Un finto avvocato ha chiamato mia zia, anziana, con la scusa che il nipote aveva investito una donna e le ha detto che si trovavano dai carabinieri, passandole anche un finto maresciallo; le ha chiesto dei soldi perchè la denuncia fosse ritirata e quando mia zia ha capito l'inganno hanno attaccato». La tecnica è oramai consolidata e ben conosciuta sia dalle forze dell'ordine che da numerose associazioni che tutelano gli anziani. I malfattori, dopo un certosino lavoro di indagine, chiamano a casa fingendo un forte stato di agitazione e presentandosi come figli o nipoti. I ladri raccontato di essere stati coinvolti incidenti stradali e pretendono cifre dai mille ai 4mila euro per un finto risarcimento danni conseguenza di eventi mai accaduti. Alcuni si fingono addirittura avvocati, altri carabinieri o appartenenti alle forze dell'ordine.
Purtroppo qualche anziano ci casca altri per fortuna riescono a comprendere che si tratta di un raggiro e cominciano a porre domande particolari alle quali solo un vero figlio o un vero nipote potrebbero rispondere. I più scaltri invece, che riescono a razionalizzare e nei quali sorge il dubbio, si concentrano sul timbro di voce. I furbetti giocano moltissimo sullo stato d'ansia di chi risponde al telefono. Uno stato di confusione e agitazione dovuto alla strategia dei balordi che aggiungono pianti e urla disperate per convincere i malcapitati a consegnare i soldi. Spesso gli anziani si lasciano scappare anche il nome del parente o qualche altro dettaglio. Un'arma fondamentale per il truffatore che la usa a suo favore. Alcune vittime non denunciano. Altri invece trovano il coraggio necessario segnalando i casi alle forze dell'ordine. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino