Muore a 63 anni nel post operatorio ortopedico. Muore a Sarno, dove è stato operato il 7 agosto scorso, dopo aver girovagato per altri due ospedali di Vico Equense e di...
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Sono passate pochissime ore da quando Andrea Ferraro è uscito dalla sala operatoria a quando è morto. Una lunga nottata di dolore per il 63enne durante la quale, secondo quanto denunciato dalla moglie Concetta Gargiulo ai carabinieri della stazione di Sarno, il marito non solo ha perso tanto sangue ma avrebbe anche sofferto molto ricevendo cure e attenzione soltanto quando la situazione ha iniziato ad essere irreparabile. Di qui l’articolato esposto a firma della Gargiulo e del figlio Giuseppe per il tramite del loro legale di fiducia, l’avvocato Lucia Pilar De Nicola. La famiglia ci vuole vedere chiaro e dare luce ai tanti punti oscuri che caratterizzano la tragica vicenda.
Su quanto accaduto all’ospedale Villa Malta, la procura di Nocera Inferiore ha così avviato una inchiesta affidata al sostituto procuratore Donatella Diana la quale ha - per ora - iscritto nel registro degli indagati tre sanitari dell’ospedale Villa Malta di Sarno e disposto il sequestro della salma per l’autopsia. L’esame tecnico potrebbe essere eseguito già nella giornata di lunedì. Ma, in queste ore, i carabinieri sono a lavoro per studiare tutte le cartelle cliniche della vittima e verificare se ci siano responsabilità anche da parte di altri medici che hanno fatto parte della storia clinica di Ferraro. Recente e passata, da quando ha impiantato la protesi a quando è morto. Soprattutto quelli che lo hanno seguito negli ultimi giorni di vita.
Andrea Ferraro cade accidentalmente per strada il 27 luglio scorso e viene portato al pronto soccorso dell’ospedale di Vico Equense. Qui, dopo gli accertamenti del caso, viene trasferito in ambulanza al presidio ospedaliero di Sorrento dove, per mancanza di posti letto, viene ricoverato e sistemato per due giorni su di una barella. Il primo agosto viene portato a Sarno dal 118 per l’impossibilità della struttura di Sorrento di poter risolvere chirurgicamente la rottura della protesi. Qui Ferraro, la cui gamba era staccata dall’anca a causa della rottura della protesi, viene tenuto a letto, immobile, per sei gironi: soltanto il 7 agosto viene sottoposto agli accertamenti pre operatori e poi operato nel pomeriggio. L’intervento dura una mezz’oretta ma il post operatorio per lui si trasforma in un inferno. Alle 22 inizia a perdere sangue e ad avere lancinanti dolori all’addome curati con dei normali antidolorifici che non hanno sortito l’effetto desiderato. Medicinali - si legge nella denuncia - «somministrati dal personale paramedico, perché in detta fase, nessun medico interveniva a verificare le condizioni». Condizioni che peggiorano sempre di più: Ferraro viene visitato dal personale del pronto soccorso e sottoposto ad ecografia, tra le 4 e le 5 del mattino però le sue condizioni peggiorano ed intervengono i medici di Rianimazione, Cardiologie Chirurgia per stabilizzarlo. Ferraro resta in ortopedia dove viene visitato dal medico che lo aveva operato soltanto dopo le 8 del mattino: quando vedono che le sue condizioni sono buone lo portano in Rianimazione dove muore mezz’ora dopo il suo arrivo. Di qui la rabbia dei familiari, la denuncia e il sequestro della salma ora ancora presso l’obitorio dell’ospedale salernitano dove verrà eseguita l’autopsia.
«Non ho potuto vedere le cartelle cliniche che sono state sequestrate - spiega Alfonso Giordano, direttore sanitario dell’Umberto I di Nocera con funzioni a scavalco anche a Villa Malta - ho soltanto sentito il racconto dei medici che lo hanno avuto in cura. Anche noi attendiamo l’esito dell’autopsia per capire cosa sia accaduto. Da parte nostra siamo fiduciosi ma siamo anche pronti a prendere i provvedimenti del caso». Leggi l'articolo completo su
Il Mattino