I budget di spesa finiscono ed i pazienti pagano di tasca propria gli esami. È questa la situazione nei centri privati convenzionati con l'Asl Campania. A denunciarlo...
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In pratica, l’utenza è costretta ad aspettare per la riattivazione delle convenzioni, che hanno durata trimestrale. L’alternativa è pagare interamente le tariffe o ancora inserirsi nelle liste d’attesa degli ambulatori pubblici che hanno tempi molto dilatati. Ma quando si tratta di salute, non si possono aspettare mesi per degli esami, specie in caso di malattie oncologiche. Centri privati e laboratori, dunque, sono sul piede di guerra e la FederLab Campania, che rappresenta oltre 700 strutture che includono poliambulatori e laboratori di analisi cliniche, proclama lo stato di agitazione.
Le modalità e le conseguenze della protesta, saranno illustrate durante l’assemblea che avrà luogo il 26 marzo, alle 17, nella sala dell'American Hotel di via Antiniana ad Agnano, dove Vincenzo D'Anna, presidente di FederLab Campania, e Gennaro Lamberti, presidente di Federlab Italia, presenteranno dati e informazioni per rendere noto «lo stato dell'arte in cui versa la sanità privata accreditata campana». «Finora dal governatore Vincenzo De Luca abbiamo ricevuto solo promesse - sbotta D'Anna - in particolare riguardo i tetti di spesa perché se prima infatti il budget si esauriva tra ottobre e novembre adesso, dopo la decisione di programmare trimestralmente il volume regionale delle prestazioni, i cittadini campani, anche quelli affetti da patologie oncologiche, si ritrovano costretti a pagare di tasca propria esami e analisi».
Secondo le stime di FederLab, questa situazione accade in media, una volta ogni due mesi. Quindi ad ogni trimestre, a cui corrisponde l'erogazione dei budget per le convenzioni, i tetti di spesa vengono esauriti nel giro del primo mese. «Chiediamo all'Asl di modificare le modalità di ripartizione dei budget per risolvere il consumo disomogeneo che si sta verificando sul territorio - aggiunge Lamberti - il fabbisogno va definito perchè ra blocchi anticipati delle prestazioni e mancata programmazione da parte della Regione, alla fine chi paga è sempre il cittadino».
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Il Mattino