Pusher, picchiatori e pistoleri: i baby soldati allevati dai boss di camorra già a 9 anni

Pusher, picchiatori e pistoleri: i baby soldati allevati dai boss di camorra già a 9 anni
NAPOLI. «Marchetiello è un ragazzo che non fa parte del sistema ma si è trovato con noi ed è venuto a sparare... Io sin da piccolo, da quando avevo nove anni, ho fatto parte...

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NAPOLI. «Marchetiello è un ragazzo che non fa parte del sistema ma si è trovato con noi ed è venuto a sparare... Io sin da piccolo, da quando avevo nove anni, ho fatto parte del gruppo dei D’Amico: spacciavo droga al Conocal. Poi mi sono occupato di tutto, ero sempre a disposizione del clan».




Confessione da brividi, quella di un giovane ex affiliato al clan di Ponticelli: oggi è un ventenne, dieci anni fa era uno dei baby soldati di cui la camorra si serve. Ai magistrati dell’Antimafia ha parlato delle giovanissime leve dell’organizzazione, dei pistoleri spediti a seminare il terrore in strada e dei picchiatori, gruppo di cui faceva parte anche una donna.



Storie di violenza criminale nella periferia est di Napoli che nascono da spinte diverse (c’è chi lo fa per mancanza di alternative, chi per tradizione familiare) ma hanno in comune un fattore: i protagonisti sono tutti molto giovani, quando non sono ragazzini. Cominciano da adolescenti, spesso vendendo qualche dose di droga e si ritrovano in guerra a rischiare la libertà o addirittura la vita. Giovanni Faravolo ha raccontato di aver iniziato quando era un bambino.






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