Minacciato, intimorito con lettere anonime e alla fine picchiato con una mazza da baseball. Tutto per quel maledetto stadio, quello che ha creato non pochi problemi al sindaco...
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Fino alla fine dello scorso campionato il campo di proprietà del Comune era stato affidato al «Quarto per la legalità», la squadra nata dalle ceneri di quella presieduta da Castrese Paragliola, finito in galera e condannato a dieci anni di carcere in prima istanza. La compagine era stata prima sequestrata e poi confiscata dalla Procura a seguito delle indagini coordinate dal pm Antonello Ardituro che aveva voluto salvare la compagine affidandola alla gestione del presidente dell’associazione antiracket di Pianura, Luigi Cuomo. Per tre anni l’impresa era sopravvissuta nonostante le difficoltà economiche e le minacce.
Poi era stata messa in liquidazione, visto che aveva accumulato un debito di 12mila euro nei confronti del Comune per il mancato pagamento del fitto dello stadio. L’amministrazione guidata da Rosa Capuozzo aveva deciso di non rinnovare la convenzione e di gestire direttamente la struttura e il 13 gennaio è stato pubblicato il regolamento. Intanto nel campo si allena il Quartograd che il 24 dicembre aveva organizzato un triangolare con le «Vecchie glorie», guidate da Paragliola. Sabbatino, figlio del detenuto, era tornato sugli spalti e aveva esultato su Facebook.
Una vicenda che aveva provocato polemiche nei confronti del sindaco che anche su questa vicenda era stata interrogata dai magistrati. Ma proprio negli stessi giorni sono cominciate le minacce nei confronti di Sarnataro e della sua squadra. Ai carabinieri il ragazzo ha raccontato che le cose si erano messe male fin dall’inizio. Quando hanno giocato la prima partita negli spogliatoi hanno trovato un foglio con la scritta: «Jate a fa i b....». Poi le lettere. La prima è stata lasciata sotto casa del ragazzo, per recapitare la seconda erano arrivati fino all’uscio. «Dimettiti» è stata l’intimidazione.
E poi «Sei una merda, sei un camorrista».
Il Mattino