In questi giorni in diverse zone della città si segnalano grosse criticità sul fronte della raccolta dei rifiuti. Come ogni anno nel periodo estivo il sistema di...
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese
oppure
1€ al mese per 3 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
A scatenare le ire dell'attiva associazione culturale del centro storico è soprattutto il silenzio che arriva da palazzo San Giacomo a fronte delle tantissime segnalazioni effettuate negli scorsi giorni. La prima segnalazione, corredata da ampio dossier fotografico che testimoniava le terribili condizioni di piazza Mancini e delle strade adiacenti, risale allo scorso 26 giugno. Segnalazioni - inviate per conoscenza all'assessore Clemente, all'assessore Felaco e alla dirigenza di Asìa - inviate nuovamente il 7 e l'8 luglio, con il medesimo beffardo effetto. Altro che democrazia partecipata e collaborazione "dal basso" dei cittadini.
«Non possono nemmeno dire di non aver ricevuto la mail perchè noi ci serviamo di posta elettronica certificata - spiega Antonio Alfano dell'associazione No Comment - e quindi gli assessori interessati hanno sicuramente letto la nostra segnalazione. In tutti questi anni ci hanno parlato di democrazia partecipata e di partecipazione da parte dei cittadini, ma questa ennesima vicenda ci da la dimostrazione evidente che si tratta solo di parole al vento e che il Comune di Napoli non tiene in alcuna considerazione i cittadini che fanno il loro dovere nel segnalare le tante criticità di questo periodo. Per questo - prosegue Alfano - abbiamo deciso di arrenderci. Da oggi non segnaleremo più nulla al Comune e ad Asìa, tanto ci hanno dimostrato che è del tutto inutile. Anzi - l'ironia dell'attivista - ci scusiamo vivamente per avergli dato fastidio».
La delicata gestione della raccolta degli ingombranti sembra essere ormai del tutto sfuggita dal controllo di Asìa, ormai non più in grado di fronteggiare l'aumento di sversamenti abusivi sull'intero territorio cittadino. Nessun quartiere sembra essere immune dal fenomeno. Dal centro antico alla collina del Vomero, passando per la zona ospedaliera e, forse soprattutto, per i quartieri periferici di Barra, Ponticelli, Soccavo, Pianura, Scampia, San Pietro a Patierno e Secondigliano. Particolarmente grave la situazione del centro storico, con alcuni punti - come salita Pontecorvo, alle spalle di piazza Dante e dalla sede della II Municipalità - dove i sacchetti e gli ingombranti accumulati hanno ormai sovrastato l'intera larghezza del marciapiede, arrivando in alcuni casi a invadere la carreggiata.
Gli interventi spot - molti dei quali pubblicizzati anche a mezzo social da qualche esponente di Municipalità forse già in campagna elettorale - non possono basatare a contrastare la crisi che si prospetta all'orizzonte. Una crisi certificata anche dagli ultimi dati di Asìa che testimoniano i notevoli passi indietro compiuti anche riguardo alle percentuali di raccolta differenziata. Secondo gli ultimi dati forniti dalla partecipata del Comune di Napoli, infatti, la percentuale di RD si attesta sul 31,1%, un balzo indietro di 5 punti percentuali rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, quando la percentuale si attestava su un comunque poco lusinghiero 36,1%. E, in ogni caso, percentuali ben lontane dal 70% promesso da de Magistris nell'ormai lontano 2011. Per risolvere definitivamente il problema della raccolta dei rifiuti, al di là delle semplificazioni e dei roboanti annunci da campagna elettorale, sarebbe stata necessaria, oltre ad una massiccia opera di sensibilizzazione della cittadinanza, la creazione di un circolo virtuoso. Le note carenze amministrative e gestionali, unite ad una più che generosa dose di inciviltà da parte dei cittadini, invece, hanno messo totalmente in ginocchio un settore strategicamente importante come quello della raccolta dei rifiuti. Per l'amministrazione arancione "recuperare" anni di ritardo sembra essere ormai troppo tardi. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino