Acerra, licenziamenti alla San Giorgio: «Scelte illegittime, via agli scioperi»

L'ira dei sindacati: «No alla Cig anche se la produzione non è in calo, provvedimenti impugnati»

La manifestazione degli operai
Nella fabbrica di lavatrici San Giorgio sono stati licenziati quattro operai. Tra loro c'è un delegato sindacale della Fiom. I tagli sono stati decisi per motivi...

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Nella fabbrica di lavatrici San Giorgio sono stati licenziati quattro operai. Tra loro c'è un delegato sindacale della Fiom. I tagli sono stati decisi per motivi economici e messi in atto attraverso la legge Fornero. Intanto la Fiom è sul piede di guerra. Ieri il sindacato dei metalmeccanici Cgil, ha proclamato uno sciopero di 8 ore.

I lavoratori già dalle prime ore del mattino sono usciti dalla fabbrica, ubicata nella zona industriale di Acerra. Hanno organizzato un presidio davanti ai cancelli durato per tutta la giornata. «Dignità per i lavoratori San Giorgio», la scritta sullo striscione steso durante la protesta. Secondo il segretario territoriale della Fiom, Mario Di Costanzo «non è vero che i quattro licenziamenti siano stati decisi per motivi economici».

Secondo il segretario del sindacato retto da Michele De Palma «il fatto stesso che sia stato licenziato un delegato sindacale, cioè un rappresentante dei lavoratori, è il risultato di un comportamento anti sindacale e discriminatorio messo in atto dall'azienda per intimidire i circa 200 lavoratori impegnati per il miglioramento delle loro condizioni nello stabilimento». «La scelta di licenziare quattro lavoratori è gravissima - aggiunge la Fiom in un comunicato - soprattutto perché il tutto è avvenuto in seguito a un mancato accordo sulla cig ordinaria, la quale sarebbe stata ugualmente erogata».

«I licenziamenti saranno impugnati», anticipa l'avvocato del Lavoro Lello Ferrara. Il sindacato intanto, annuncia lo sciopero e chiarisce circa «utilizzo costante delle ferie dei lavoratori, aumento delle produzioni e utilizzo di nuovi lavoratori assunti con diverse tipologie contrattuali». «L'azienda utilizza la cassa ordinaria - conclude Di Costanzo - non per il calo della domanda ma per ridurre i costi organizzativi ».
 

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Il Mattino