“I navigator esistono già e sono precari da anni”: Gennaro Imbriano è uno dei 654 lavoratori di Anpal Servizi, con contratti a scadenza. Fa parte...
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I collaboratori esterni rappresentano il 60 per cento degli attuali 1.103 addetti di Anpal Servizi, la società per azioni -completamente pubblica- controllata dal Ministero del Lavoro e chiamata a ricoprire un ruolo centrale per l'avvio del reddito di cittadinanza, come era già successo prima per il reddito di inclusione. Si tratta di operatori hanno esperienza decennale in materia di politiche attive del lavoro eppure sono ancoraprecari: oltre 500 sono collaboratori e un centinaio sono i cosiddetti “tempi determinati” e ciclicamente devono superare selezioni ad evidenza pubblica).
Nelle prossime settimane, però, Anpal Servizi sarà chiamata, come previsto dal Decretone all'assunzione di altri 6.000 collaboratori: i navigator. Anche a loro toccheranno contratti a tempo. “Di fronte alle notevoli risorse individuate per il reddito di cittadinanza, chiediamo di cambiare l'assunto secondo cui sono i precari a ricollocare i disoccupati – sostiene Imbriano - Bisogna modificare il decreto, attualmente in fase di conversione al Senato, per avviare finalmente un serio percorso di stabilizzazione per i precari di Anpal Servizi”. Attualmente si creeranno altri seimila precari.
La delegazione di lavoratori, quindi, chiederà al segretario Cgil di fare al governo richieste precise: per la fase di start-up e la gestione del Reddito, occorre investire su quelle professionalità che dovranno dare gambe a questa importante misura.
“Se si vuole evitare che il RdC si riduca ad una -pur importante- erogazione monetaria, per far sì che si possano erogare servizi in grado di fornire -a chi si trova in una condizione di povertà- strumenti di emancipazione dall'esclusione e dalla marginalità, occorre immettere nuovo personale qualificato, a cominciare dai Centri per l'Impiego”, spiegano i precari di Anpal Servizi che chiedono di essere stabilizzati. .
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Il Mattino