In tilt, ancora una volta. Tutto fermo sul dossier alleanze in vista delle Regionali in casa M5S e la pratica più spinosa riguarda ancora una volta l'eventuale intesa...
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Se Crimi è in fibrillazione sulla questione della prescrizione che fa vacillare il governo, non da meno il nuovo capo politico non sa più come gestire la patata bollente delle alleanze. Un tiro alla fune: la maggior parte dei parlamentari campani (e non solo) spinge per siglare l'intesa con il Pd, dall'altra ci sono i vertici del Consiglio Regionale che ostacolano l'accordo. La classica coperta corta che Crimi non sa più da che parte tirare. Ieri alla riunione avrebbero dovuto partecipare i facilitatori regionali Luigi Iovino e Agostino Santillo, ma il capo politico è stato costretto a rimandare. Qualunque decisione sarà presa ne è consapevole Crimi - scontenterà qualcuno. La differenza è che in caso di alleanza resterebbero con il cerino in mano la pattuglia di consiglieri regionali, altrimenti è impossibile prevedere quale potrà essere la reazione dei parlamentari a Roma. Negli ultimi giorni non viene sottaciuta neppure la possibilità di una scissione. La maggioranza dei deputati e dei senatori vuole un accordo organico con il Pd anche per tenere in vita il più possibile l'attuale legislatura. E nelle ore frenetiche del tira e molla sulla prescrizione, diversi big come Roberto Fico, Vincenzo Spadafora e Luigi Gallo stanno inviando messaggi eloquenti a Crimi. «Anche sulla prescrizione spiega la maggioranza dei filogovernativi il Pd è stato leale, di loro ci possiamo fidare, non mandiamo tutto all'aria».
Intanto è stato prorogato a giovedì il termine per presentare le candidature alle prossime regionali che scadeva ieri. Ufficialmente per consentire agli aspiranti di «reperire i certificati richiesti». Dietro le quinte c'è però chi vede questa mossa con sospetto. È indubbio, ad esempio in Campania, che se passasse l'ipotesi dell'alleanza con il Pd, nell'ambito di una trattativa più ampia che possa vedere il ministro Sergio Costa candidato governatore, a quel punto i Democrat per sacrificare Vincenzo De Luca chiederebbero in cambio la testa dei consiglieri uscenti. Su tutti Valeria Ciarambino e Maria Muscarà affinché i segnali di discontinuità richiesti dagli M5S vengano contraccambiati con la stessa moneta. È questo anche uno dei motivi per cui non solo i consiglieri campani M5S non vogliono l'alleanza, ma pure Luigi Di Maio amico di sempre della capogruppo pomiglianese Ciarambino si opponga per difendere il seggio dei suoi fedelissimi. Se il rinvio delle candidature cela altre manovre lo si saprà giovedì, a meno di un ulteriore slittamento pur messo nel conto.
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Si è svolta invece ieri la riunione tra Crimi e gli esponenti liguri per decidere su cosa fare in Liguria. Ma anche qui non si è deciso nulla, tavolo saltato. Il senatore genovese, Mattia Crucioli, ha duramente attaccato il capo politico e abbandonato l'assemblea. «Nel momento in cui avremmo avuto maggior bisogno di interrogare gli iscritti per decidere velocemente - ha detto Crucioli - si è deciso di non decidere. Con proposta scritta presentata al capo politico da 6 parlamentari liguri su 8 e da 2 consiglieri su 4 si era chiesto di far votare l'apertura ad altre forze politiche sui nostri programmi». Tutto rimandato. E ieri il vicesegretario del Pd, Andrea Orlando, ha rivolto un nuovo appello. «Non facciamo un regalo a Toti. Ai 5 stelle diciamo patto civico, scegliamo insieme un candidato espressione della Liguria migliore». Il nome ci sarebbe pure, quello del giornalista Ferruccio Sansa. In Campania il Pd deve invece decidere su De Luca, ma il caos maggiore è in casa M5S. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino