Regionali Campania 2020, patto Pd-M5S: via alla trattativa su Costa

Regionali Campania 2020, patto Pd-M5S: via alla trattativa su Costa
Nuovi passi in avanti verso l'accordo Pd-M5S alle regionali. Se i dem incassano l'apertura al dialogo del ministro dello Sport, Vincenzo Spadafora, i grillini allestiscono...

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Nuovi passi in avanti verso l'accordo Pd-M5S alle regionali. Se i dem incassano l'apertura al dialogo del ministro dello Sport, Vincenzo Spadafora, i grillini allestiscono una piattaforma programmatica da sottoporre ai futuri alleati. Da settimane, il vicesegretario nazionale del Pd Andrea Orlando (con la sponda di Dario Franceschini in asse con lo stesso Spadafora) lavora ad un allargamento della coalizione per puntare su un candidato civico: l'identikit individuato è quello del ministro dell'Ambiente, Sergio Costa. Il diretto interessato sta avviando una fase di radicamento: il 31 gennaio sarà, infatti, a Gragnano per un'iniziativa organizzata su scuola e legalità dall'Associazione Forense all'istituto Don Milani e già molti amministratori dem si stanno accreditando per costruire un rapporto privilegiato. Nei giorni scorsi c'è anche stato un appello da parte di Pino Capasso, ex sindaco di San Sebastiano al Vesuvio. «L'ennesima emergenza rifiuti che ci apprestiamo ad affrontare ripropone con forza il tema della salvaguardia ambientale: il generale Costa garantisce la necessaria severità nel perseguire gli scarichi abusivi che ancora violentano la Terra dei fuochi», ha scritto in una lettera ai sindaci del territorio.


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In casa Pd, regna la cautela. Con le dimissioni di Luigi Di Maio da capo politico M5S, storico bersaglio mediatico di De Luca, la posizione del governatore potrebbe apparire rafforzata. «L'apertura di Spadafora non può che far piacere. D'altronde il nostro partito in questi mesi non si è mai sottratto a un possibile dialogo con il Movimento, tuttavia reso impraticabile per le loro posizioni inaccettabili nei confronti del governatore De Luca - ha commentato il segretario regionale dem Leo Annunziata - C'è già un processo in corso che prevede la costruzione della più ampia coalizione a sostegno della ricandidatura di De Luca». Ma in realtà le cose non sono così semplici e anzi, sia nel Pd che nel M5S, si lavora ad un accordo che potrebbe prevedere l'esclusione di De Luca. C'è curiosità, in questo senso, per sapere che cosa dirà lo stesso Orlando quando, il 6 febbraio nella sede regionale del partito, presenterà proprio insieme a De Luca il libro del dirigente Andrea America.
 
La condizione imprescindibile per i pentastellati è l'esclusione del presidente uscente. È stata accennata nell'ultima riunione a Roma - alla presenza di Roberto Fico, fautore dell'alleanza con Pd e demA - tra parlamentari e consiglieri regionali. Oggi, intanto, si svolgerà la riunione tra la facilitatrice nazionale Valeria Ciarambino ed i consiglieri comunali a Pomigliano d'Arco, poi si terrà un incontro con gli attivisti campani per preparare il terreno verso l'intesa. L'obiettivo è lanciare un appello pubblico al fine di costruire una piattaforma programmatica, le proposte che il Movimento farà ai dem, infine ci sarà il quesito su Rousseau per gli iscritti. Un percorso obbligato a tappe, complicato dalla reggenza in mano a Vito Crimi. Non è chiaro, infatti, chi potrà sedersi ad un eventuale tavolo di trattative e se il Movimento su questo si spaccherà. Ciarambino ha ammorbidito i toni nell'intervista a Mattina9: «In cinque anni siamo stati l'unica vera opposizione allo scempio di De Luca, ma la politica serve a risolvere i problemi delle persone, non a piazzare le pedine. Se alcuni faranno il passo indietro e si dialogherà sui temi che stanno a cuore, allora potremo evitare che la Lega possa radicarsi nella nostra terra».

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De Luca, da par suo, continua a lavorare a testa bassa derubricando a chiacchiericcio le trattative avviate tra Roma e Napoli sulle sorti di Palazzo Santa Lucia: «Nella fase finale della prima Repubblica sono stati fatti errori drammatici da non ripetere. Uno dei grandi errori era la centralizzazione romana e le scelte venivano calte dall'alto sui territori. Oggi questa scelta è improbabile perché stiamo aspettando a braccia aperte chi fa queste cose di politica politicante. In Campania mentre c'era tanto chiacchiericcio politico noi abbiamo lavorato per mettere le telecamere a Napoli e continueremo a lavorare fino all'ultimo minuto per essere accanto ai cittadini». Come dire: non mi ferma nessuno.  Leggi l'articolo completo su
Il Mattino