Il vertice con Andrea Orlando di lunedì sera da Mimì alla Ferrovia testimonia quanto Vincenzo De Luca, il governatore ricandidato alla Regione, stia scalando...
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La parola d'ordine a tavola è stata ricompattare il Pd perché quella di De Luca dovrà essere una vittoria convincente e con un risultato chiaro. Che deve servire per stabilire il principio che i dem sono il primo partito della coalizione di centrosinistra. E che puntano a essere in assoluto il primo partito della Campania. Insomma, il Pd si sente in fase espansiva e vuole cavalcare l'onda del consenso deluchiano per mandare un messaggio chiaro a quelli del M5S per i prossimi appuntamenti elettorali. In particolare quello di Napoli nella primavera del 2021, ma anche di altre grandi città come Roma, Torino e Milano dove si rinnova il Consiglio comunale. Napoli è da sempre un laboratorio politico per i dem, affermarsi e bene in città significherebbe avere un bell'asso nella manica per discutere delle partite che riguardano anche Roma, Torino e Milano. Ma De Luca, si sa, è anche uno sceriffo, un uomo concreto, da ex sindaco sa che l'unico modo per fare breccia tra la gente è portare avanti i fatti più che le parole.
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Il governatore da Mimì è arrivato poco dopo le 19, Orlando è invece arrivato alla stazione alle 20,30 prelevato da una delegazione del governatore. Perché De Luca è arrivato con tanto anticipo? Per mettere a punto la discussione politica e su Napoli, decisiva per le sorti della vittoria alle regionali. Così a un certo punto della cena il presidente della Regione avrebbe mostrato a Orlando delle foto e forse anche qualche filmato di una rissa tra extracomunitari. Scene ritratte con il suo stesso cellulare perché De Luca si sarebbe ritrovato al centro di questa rissa con la sua scorta. La sostanza è che il governatore avrebbe chiesto a Orlando di intercedere presso il Governo perché Napoli ha necessità assoluta di una maggiore quantità di forze dell'ordine in campo. Anche in funzione del controllo della pandemia in quei quartieri a forte presenza di immigrati. Una stretta sulla sicurezza che De Luca chiede da tempo, qualcosa a Napoli è arrivato, ma non soddisfa appieno le aspettative del governatore che - secondo quello che trapela - non apprezza una certa timidezza sul fronte della sicurezza. Un'arma dal punto di vista elettorale da non lasciare in mano alle destre. Certamente, non è un caso che tra i tanti nomignoli affibbiati quello di sceriffo sia tra i più longevi e pregnanti. Situazione in divenire con il governatore in forte pressing sul partito perché - questo il ragionamento - la campagna elettorale va fatta e bene senza mollare di un centimetro.
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Altri invece si muovono tanto, ma alla fine sembra che alzino polveroni per camuffare una situazione piuttosto chiara: tra gli arancioni del sindaco Luigi de Magistris - al netto dell'aperitivo elettorale di ieri per una raccolta fondi - non è che ci sia tutta questa convinzione di scendere in campo alle regionali. Hanno bussato alla porta di Raffaele Del Giudice chiedendogli di candidarsi a governatore, ma è calato il gelo. Chi gli è vicino racconta che Del Giudice avrebbe ricordato che quando è stato fatto fuori da vicesindaco non ha ricevuto molta solidarietà e ha posto una condizione: «Mi candido se dietro di me si candidano anche gli assessori Carmine Piscopo e Alessandra Clemente».
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Il Mattino