«Cinquantamila assunzioni (più un parente) da mettere nella pubblica amministrazione». E ancora: «Basta viaggi della speranza! Realizzeremo un aeroporto...
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Marco Manna è un camionista di Torre del Greco, per lavoro gira l'Europa con il suo tir trasportando merci. Mai ha però perso la passione per la politica e l'attivismo. Resta folgorato da Beppe Grillo e dal suo progetto di democrazia dal basso. Più passa il tempo e più si accorge che invece il Movimento 5 Stelle utilizza le stesse logiche che anni fa venivano addebitate ai grandi partiti: dal familismo al clientelismo. Si candida con l'M5s prima alle elezioni del suo Comune nel 2014, poi alle Regionali di cinque anni fa non venendo eletto. Ma nel frattempo prova a denunciare le storture del mondo grillino ed entra in rotta di collisione con la maggior parte dei parlamentari campani pentastellati e, soprattutto, con i consiglieri regionali a cominciare da Valeria Ciarambino. Alle elezioni europee dello scorso anno decide così di partecipare alle europarlamentarie su Rousseau, ma stavolta decide di farlo in aperta polemica con l'estabilishment. Alla fine, nonostante la sua fosse una sorta di candidatura-burla, incassa comunque duecento voti sulla piattaforma di Casaleggio, pur non riuscendo ad entrare nel novero dei partecipanti alle Europee.
Per le parlamentarie dello scorso anno, Manna conia l'hashtag #TuttoFaBrodo: promette assunzioni, soprattutto tra i familiari. «Porterò amici e parenti scriveva nei suoi meme su Facebook a Bruxelles». Il portaborse? «Non sa fare nulla, non ha nessuna qualifica diceva ma se sarò eletto assumerò comunque il mio miglior amico». I post cominciano a diventare virali sul web al punto che due parlamentari del Pd, Alessia Morani e Pina Picierno, commentano inviperite sui social a colpi di «E questo sarebbe il nuovo che avanza proposto dal Movimento 5 Stelle», non accorgendosi che si trattava di scherzi per prendere in giro la gestione del partito pentastellato, a Roma e a Napoli, da parte di Luigi Di Maio e Valeria Ciarambino. L'ex vicepremier era infatti accusato da Manna di aver portato nella capitale solo amici fidatissimi in ruoli nevralgici, i cosiddetti Pomigliano Boys. L'attuale candidata alla presidenza della Regione, Ciarambino, anche lei fedelissima di Di Maio, finisce nel mirino di Manna perché il marito della pentastellata, Domenico Migliorini, era stato assunto nello staff dell'eurodeputata Chiara Gemma. «Per questi ed altri casi spiega ora il camionista ho coniato lo slogan Tutto fa brodo perché non c'è meritocrazia, ma nell'M5s si fa carriera solo se si è amici e poi, negli anni, tanti candidati sono arrivati da altri partiti, anche da Forza Italia e Udc».
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Ora la corsa con Potere al Popolo, ma chiarisce Manna «da esterno, anche se loro sono molto più comunità politica dei 5 Stelle». I recenti slogan su assunzioni e la costruzione di nuovi aeroporti servono per fare il verso ai cartelli della campagna elettorale affissi da Valeria Ciarambino in città. «Lei promette 50mila assunzioni dice il candidato e io ci aggiungo pure un parente da assumere, nel frattempo ho coniato un altro slogan in napoletano: Chi mette acopp, tanto a promettere e non mantenere non ci vuole niente». E poi, aggiunge Manna: «Dovrei essere io quello che fa ridere, poi leggo di Ciarambino che attacca Stefano Caldoro perché ha stretto la mano a Matteo Salvini. Senza ricordare che fino ad un anno fa il suo amico Di Maio ci governava assieme. Meglio io che almeno faccio ridere con qualche battuta e non chi ci riesce pensando di parlare seriamente». Leggi l'articolo completo su
Il Mattino