«Se solo ci avessero dato ascolto tutte le volte in cui, Regolamento e Statuto alla mano, gli abbiamo dimostrato che le proroghe concesse alla Commissione regionale...
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«Non solo erano tutti consapevoli che votando quelle proroghe avrebbero compiuto un atto illegittimo, ma li avevamo anche avvisati che, se avessero continuato a votare quella porcata, che di sei mesi in sei mesi di proroghe illegittime è durata due anni e sessanta giorni, con un danno per le tasche dei cittadini di oltre 300mila euro, avremmo denunciato tutto alla Corte dei Conti. Ci domandiamo allora - spiegano - per quale ragione hanno voluto comunque correre il rischio di finire in un'indagine, annunciata e inevitabile. Che interesse avevano centrodestra e centrosinistra a mantenere in piedi una struttura inutile e che, come abbiamo scritto fin dal primo momento alla presidente del Consiglio D'Amelio, anche lei indagata, duplicava le attività della Commissione Trasparenza?».
«Per due anni abbiamo pagato inutilmente, con le tasche dei campani, indennità aggiuntive al presidente della Commissione Passariello, pari a 1.485 euro mensili, e ai due componenti dell'ufficio di presidenza, Daniele (Pd) e Paolino (Fi), a cui sono state rispettivamente corrisposti 1.215 euro mensili. L'imbarazzo e la vergogna non solo hanno costretto alcuni di loro a starsene chiusi in casa, a partire dal presidente della stessa Commissione, Luciano Passariello, passando per i consiglieri Zinzi e Schiano di Visconti, quest'ultimo sistematicamente assente tranne quando si è votato per le famigerate proroghe - concludono - Mentre gli altri indagati si sono visti addirittura costretti a far chiudere la seduta del Consiglio anzitempo, facendolo cadere per mancanza di numero legale, così da evitare il protrarsi di un'agonia provocata da un'indagine di cui, oltre che ai magistrati contabili, dovranno rendere conto ai cittadini della Campania». Leggi l'articolo completo su
Il Mattino