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Per tre anni è stato responsabile dell’informazione multimediale in forza alla giunta regionale della Campania, un incarico che ora viene passato ai raggi x da diversi punti di osservazione. Un incarico, quello di Mario De Rosa - ex fedelissimo del presidente della Regione Vincenzo De Luca - che finisce al centro di un fascicolo della Procura di Napoli, che sta passando al setaccio e mettendo sui due piatti della bilancia i compensi ricevuti e il lavoro svolto come esponente esterno dell’esecutivo regionale.
Una verifica che ha spinto la Procura di Napoli ad una accelerata, con il sequestro del computer personale del manager che, va detto per inciso, da qualche anno è in forza ad un’altra compagine societaria e non si occupa più dei servizi erogati sul territorio campano da Palazzo Santa Lucia. Inchiesta condotta dai pm Antonello Ardituro e Simone De Roxas, sotto il coordinamento del procuratore aggiunto Giuseppe Lucantonio, che punta a fare chiarezza su alcuni aspetti legati all’esperienza istituzionale del manager. In sintesi, sotto i riflettori finiscono tutti i passaggi amministrativi e contabili legati al lavoro del manager ai piani alti dell’ente regionale: riflettori puntati sul compenso di circa mezzo milione lordo per i tre anni (dal 2015 al 2018), in cui ha svolto in forza allo staff allestito dalla giunta regionale.
Classe 1972, responsabile dell’informazione multimediale, all’attivo - nei suoi tre anni di lavoro in Regione - 41 decreti, con cui sono stati affidati servizi pubblicitari o inerenti eventi legati alla gestione della pubblicità istituzionale.
Come raccontato lo scorso marzo da Repubblica, sull’ex consulente regionale ora indaga anche la Procura della Corte dei Conti di Napoli, nel tentativo di verificare eventuali anomalie a proposito della sua nomina ad un incarico che presupponeva l’esistenza di alcuni requisiti nel curriculum personale. Anche in questo caso, va fatta una premessa: verifiche e acquisizioni da parte della polizia giudiziaria vanno considerate come uno strumento per verificare possibili notizie di reato e non vanno intese come una sentenza di condanna anticipata.
Ma torniamo alla storia della comunicazione social: buoni rapporti con il mondo della comunicazione, sempre disponibile al dialogo, organizzatore di eventi e di campagne finalizzate a proiettare il lavoro del Palazzo al di là del circuito puramente istituzionale. Quanto tutto ciò sia in linea con il compenso ricevuto (ma anche con i requisiti curriculari del professionista) è ovviamente oggetto delle indagini di Procura ordinaria e contabile.
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Il Mattino