Regione Campania, poltrone per tutti: ogni consigliere ha una carica, così gli stipendi lievitano

Regione Campania, poltrone per tutti: ogni consigliere ha una carica, così gli stipendi lievitano
Non trovi un consigliere regionale semplice nemmeno a pagarlo. Ognuno ha una carica aggiuntiva: o è capogruppo o è presidente di commissione. O, ancora, è...

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Non trovi un consigliere regionale semplice nemmeno a pagarlo. Ognuno ha una carica aggiuntiva: o è capogruppo o è presidente di commissione. O, ancora, è questore o segretario di una commissione. Insomma è sempre qualcosa in più nel consiglio regionale della Campania. Tutti tranne uno: il leghista Severino Nappi. E, quindi, ognuno può disporre di una indennità aggiuntiva allo stipendio di consigliere regionale semplice che, ricordiamolo, ammonta a 11mila euro mensili. Di cui 6.660 valgono come indennità di carica mentre i restanti 4.440 vengono riconosciuti come rimborso spese per l'esercizio del proprio mandato. Una differenza non da poco. Perché se sulla prima indennità il consigliere deve pagarci le tasse, la seconda viene considerata esentasse.

E, quindi, tutti i consiglieri agli 11mila euro aggiungono sempre l'indennità di funzione: si va da 1.215 euro per un semplice vice presidente o segretario di commissione sino ai 1.755, sempre mensili, per il vice presidente del consiglio regionale. Al presidente dell'assise, invece, l'indennità aggiuntiva più alta: 2.700 euro mensili.

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Sino a due consiliature fa, il numero di consiglieri era di 60 ed esistevano solo 6 commissioni ordinarie ed una sola Speciale (quella sullo Statuto). Oggi invece i consiglieri sono 50 ma si sono insediate 8 commissioni ordinarie e 4 speciali. Ognuna con tanto di presidente, vice presidente e segretari che beneficiano, a livello di ufficio, di un altro budget di rimborso spese oltre a locali e possibilità di chiamare al lavoro staff ad hoc. Senza contare l'ufficio di presidenza composto da ben 7 componenti tra presidente, due vice, due segretari e due questori. E, ancora, i capigruppo dei vari partiti. Insomma tutti hanno un'indennità aggiuntiva da cumulare allo stipendio semplice da consigliere. Tutti d'accordo, tutti contenti. Senza contare chi di cariche ne ha ben due. Ma, è bene chiarirlo, è tutto lecito e regolare. Anche se con la riduzione del numero dei consiglieri e l'aumento delle commissioni forse sarebbe stato il caso di approntare qualche modifica alle norme. 

E se il leghista Severino Nappi, unico caso in consiglio, rimane l'unico soldato semplice, il suo collega di partito Giampiero Zinzi ha ben due incarichi: capogruppo del partito e presidente della commissione Anticamorra. Poltrona quest'ultima che ha preso proprio al posto del collega ex assessore. Quindi l'indennità di funzione di 1.485 euro, nel suo caso, deve essere moltiplicata per due.

Partendo dall'ufficio di presidenza è qui che si prende l'indennità più alta. Con il massimo applicato al suo presidente che prende una indennità di funzione di 2700 euro, uguale a quella percepita dal governatore. Indennità che spettano al democrat Oliviero. Giusto 950 euro in meno toccano invece ai due vice: la grillina Valeria Ciarambino e la democrat Loredana Raia che percepiscono un'indennità di carica uguale agli assessori regionali (1,755 euro). Indennità aggiuntiva percepiscono i due questori e i due segretari dell'ufficio di presidenza: 1.215 euro che vanno al socialista Andrea Volpe e al caldoriano Massimo Grimaldi. Così come ai due segretari Fulvio Frezza e Alfonso Piscitelli.

Finito? Macché: rimangono le commissioni dove le indennità sono previste non solo per i presidenti ma anche i vice e il segretario. Parliamo di ben 12 commissioni (8 ordinarie e 4 speciali) che prevedono 1.485 euro in più per i suoi presidenti mentre i vice e i segretari devono accontentarsi di poco più di 200 euro in meno: 1.215, per la precisione.

Stesso trattamento aggiuntino è previsto anche per i capogruppo dei dieci partiti che si sono insediati in consiglio e per il capo dell'opposizione. Anche loro percepiscono un'indennità ulteriore: 1.485 come i presidenti delle commissioni. È la democrazia, bellezza.

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Il Mattino