«Potrei essere la reincarnazione del principe di Sansevero. E so dove sono le sue ossa»: la rivelazione del professor di Bari

Nonostante non creda alla reincarnazione, Bruno Maria di Bari, docente dell'Accademia delle Belle Arti di Roma é autore di «Ritornato in Vita»,...

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Nonostante non creda alla reincarnazione, Bruno Maria di Bari, docente dell'Accademia delle Belle Arti di Roma é autore di «Ritornato in Vita», il volume che raccoglie testimonianze personali della relazione tra lo scrittore e il principe di Sansevero, tra misteri risolti, coicidenze e geneaologia. La figura di Raimondo di Sangro rivive così attraverso Di Bari, la cui data di nascita coincide con il giorno della morte dell'alchimista e che - come racconta nella videointervista a Il Mattino - si confronta quotidianamente con la presenza esoterica dell'alchimista settecentesco.

 
«Potrei essere la reincarnazione del principe - spiega l'autore del libro. D'altronde la scienza ci conforta del fatto che nulla si crea e nulla si distrugge e di Sangro stesso aveva pronosticato che sarebbe risorto in un'altra epoca. Gli esseri viventi possono rigenerarsi». Di Bari ha vissuto da piccolo accanto alla Cappella Sansevero nel palazzo del padrino di Raimondo di Sangre e ha maturato l'idea che i resti ossei del principe siano custoditi in un androne di un palazzo in via Antonio Villari. Durante una visita al Collegio romano dei gesuiti, dove si formò il principe di Sansevero, lo scrittore di "Ritornato in vita" si è imbattuto in un fenomemo strano: toccando alcune parabole specchiate nella stanza-studio del principe si avverti un sibilo, un improvviso abbassamento della temperatura e un calo di tensione delle luci.


La presenza dall'Aldilà del principe è sempre vivida e incide sulle scelte dello scrittore. Qualche anno fa commissionò ad uno scultore una targa per Sansevero e uno strano personaggio, di passaggio al laboratorio dell'artigiano, intervenne durante la lavorazione manifestando il disappunto per l'operato medesima reazione che anticipava quella che avrebbe avuto Di Bari, come se il principe si fosse prmurato di far avere il suo parere su una stele a lui destinata. Ma non è tutto. Perchè il misterioso "commentatore di opere" aveva anche aggiunto una frase che sarebbe ritornata poco dopo nella vita dello scrittore, congendandosi dallo scultore con «il senso della vita è la morte». Ebbene qualche giorno dopo Di Bari viene urtato in metro alla spalla da un anziano sulla sessantina, «la stessa età di Di Sandro prima di morire», che lo avvisa di aver perso un biglietto. Lo scrittore raccolse da terra un foglio su cui c'era scritto «Non c'è senso nella vita se tutto finisce con la morte», altra inspiegabile coincidenza. 
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Il Mattino