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«Sono undici anni che ci rassicurano, “non ve ne dovete andare troveremo una soluzione”, ma sono solo parole».
Paola Manfredi e Anna Marrone sono le due rappresentanti dell’associazione Atelier Remida Campania che da anni gestisce il centro di riuso creativo dei materiali di scarto Remida Napoli. Domani, mercoledì 7 settembre, dovranno consegnare al comune le chiavi del loro centro: il locale non è regolarizzato e viene richiesto lo sgombero dell'immobile.
Sono più di vent'anni che il centro Remida ospita numerose attività messe in campo a favore di bambini, donne e famiglie della zona orientale del capoluogo campano, e non solo, come il progetto “Attaccar bottone” che coinvolge donne di Napoli Est, che grazie al cucito, vivono momenti di socializzazione e di riscatto ormai irrinunciabili; o il progetto, S'arte, che si occupa dell’ideazione e realizzazione di capi d’abbigliamento con stoffe di scarto di grandi aziende in linea con i principi della moda sostenibile e consapevole e che ha come obiettivo la realizzazione di una sartoria stabile che dia lavoro alle donne del territorio.
«Nel 2011 avevamo comprato l'immobile al 10% del valore reale.
«Abbiamo avuto la prima diffida di sfratto nel 2016 e avevamo parlato con l'ex sindaco de Magistris e l'allora capo di gabinetto Auricchio per regolarizzare la struttura. Non si è mai trovata una soluzione. Ci avevano chiesto di fornire dei documenti e abbiamo fatto come ci era stato richiesto: non ci hanno mai chiamato per assegnare il centro all'associazione».
«L'avviso di sfratto non è stato un fulmine a ciel sereno», afferma l'assessore alle Politiche Giovanili e al Lavoro Chiara Marciani: «Sono più di dieci anni che va avanti questa storia e non c'è mai stata una controdeduzione. I nostri dirigenti amministrativi hanno analizzato il fascicolo con i loro documenti e non esiste nessun contratto».
A gennaio l'incontro con l'assessore Marciani e il vice sindaco Filippone (venuta a mancare lo scorso 16 luglio). Ad aprile l'ultimo avviso di sfratto, quello definitivo.
«La mancanza di chiarezza è stata la cosa più grave e ci fa appparire colpevoli - continua Paola Manfredi - Non siamo mai riusciti a sederci a tavola con loro per capire cosa fare e come salvare la situazione».
«Il Comune sa quanto è importante il centro per i ragazzi di quella zona e le attività che svolgono. Remida Napoli è un centro giovanile quindi cercheremo di tematizzarlo e permettere all'associazione di continuare a portare avanti le loro attività: vogliamo trovare una soluzione, ma non possono stare lì», risponde l'assessore.
Domani è prevista la consegna delle chiavi, ma Remida non cede senza opporre resistenza: alle 10 ci sarà un presidio di operatori, volontari, beneficiari e cittadini presso la sede di via Curzio Malaparte a Ponticelli.
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